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Come si vive a Gibilterra. Intervista al fondatore del blog, Riccardo Palleschi

Sul nostro sito trovate tantissime interviste a italiani che vivono all’estero ma oggi, per la prima volta, ho deciso di far raccontare la sua esperienza al fondatore della pagina Facebook Italiani nel Mondo e di questo sito. Riccardo vive in uno dei piccoli Stati del mondo, in un territorio britannico d’oltremare con un grande promontorio situato sulla costa meridionale spagnola.

 

Come si vive a Gibilterra ? Intervista a Riccardo

 

Ciao Riccardo, grazie per avermi dedicato un po’ di tempo, raccontaci un po’ di te…

Ciao Alessio (ottimo collaboratore e bravissima persona) comincio col dirti che sono nato a Roma, circa 32 anni fa. Ho sempre vissuto nella capitale e vissuto il mio quartiere (Ponte Milvio/Flaminio) molto intensamente fino all’età di 23 anni quando ho incontrato la mia futura moglie, ternana, che mi ha portato a vivere a Terni. Sì, lo so, qualcuno starà dicendo “ma chi te l’ha fatto fare di lasciare Roma”, infatti è quello che ho continuato a pensare io per circa 4 anni dopo il trasferimento. Fortunatamente però nella ridente cittadina umbra mi sono fatto diverse amicizie che in qualche modo hanno alleggerito la mia permanenza. Dopo 6 anni però è cambiato tutto, mi stava stretto tutto, Terni, Roma, l’Italia…volevo cambiare aria, l’Italia stava (e sta) precipitando e così l’ho fatto.

2) Dunque cos’è che ti ha portato a vivere a Gibilterra ?

A Terni avevo un’attività nel settore postale, però il mondo di internet mi ha sempre attratto e dunque provai a espandermi sulla rete. Ci riuscii tramite alcune piattaforme di e-commerce e così iniziò la mia avventura, che mi portò nel 2015 ad accettare una proposta lavorativa a Gibilterra.

3) Di cosa ti occupi a Gibilterra?

Inizialmente ho lavorato per un’azienda e-commerce e ora, oltre a gestire questo sito, sono un articolista per un quotidiano italiano.

4) Raccontaci come ti trovi, quali sono state le difficoltà iniziali, etc. etc.

Bé ovviamente le difficoltà ci sono state, soprattutto il primo anno. Dovete sapere che Gibilterra è un posto molto piccolo e esclusivo, tipo principato di Monaco, dove gli affitti sono più alti della media italiana. Poi non dimenticarti che sono partito con la famiglia e non da solo, quindi la casa doveva essere adatta per 4 persone. I primi mesi, proprio a causa di questo problema, abbiamo preso una casa in Spagna vicino al confine; poi, con astuzia e un pizzico di fortuna sono riuscito a prendere casa a Gibilterra (piccola ma decorosa) a un prezzo accettabile. Un’altra difficoltà iniziale è stata la lingua, quando sono partito parlavo un inglese scolastico, a Gibilterra si parla lo llanito (dialetto locale) che è un mix di inglese e spagnolo (come le canzoni di Pitbull per intenderci). Se me la cavavo abbastanza con l’inglese quando le persone “switchavano” in spagnolo non capivo più, fortunatamente dopo 6 mesi circa ho cominciato a imparare anche un po’ di spagnolo e li capivo sempre meglio.

5) Quindi a Gibilterra non si parla inglese ?

Certo si parla inglese, è la lingua ufficiale. Ma lo “spanglish” è largamente utilizzato, sia negli uffici governativi che nelle aziende e negozi.

6) A Gibilterra ci sono opportunità lavorative per gli italiani ?

Sì certo, ma sono qualificate. Ovvero essendo un posto molto piccolo le mansioni più generiche e umili vengono svolte dagli spagnoli che fanno i frontalieri ogni giorno (un po’ come gli italiani frontalieri con la Svizzera). Se devono prendere un cameriere non lo vanno di cerco a cercare in Italia quando aldilà del confine c’è la Spagna, anzi l’Andalusia, con un tasso di disoccupazione al 38%. I lavori per gli italiani sono perlopiù nel settore informatico, dunque analisti, ingegneri, programmatori, etc. ma anche nel customer service per le società di scommesse.

7) Come funziona la sanità, scuola e istituzioni in generale ?

Funziona tutto abbastanza bene, e a dispetto dei tanti che pensano che costi molto invece costa 0. Gibilterra, come ogni altro Stato al mondo, non è perfetto ma ha tantissimi vantaggi che in un grande Paese non troverai mai. Ad esempio andando al bar è possibile che incontri il Primo Ministro e ci scambi due chiacchiere, oppure che se ti sei perso qualcosa nell’autobus è quasi certo che lo ritrovi (c’è una pagina Facebook apposita di Lost & Found). Gibilterra ha la sua moneta, sovrana, la sterlina di Gibilterra (emessa dal Governo e non da una banca); ma è accettata ovunque anche la sterlina inglese (stesso valore di quella di Gibilterra 1:1) e l’Euro.

Riguardo le scuole, bé sono fantastiche. I bambini (parlo di loro perché i miei vanno alle elementari) entrano a scuola alle 9 ed escono alle 15. Le scuole sono pubbliche e non si paga nulla, né i libri né il materiale scolastico. Fanno tantissime attività durante le lezioni ed ogni giorno imparano qualcosa di nuovo, la scuola è la stessa di quella in UK.

8) E il costo della vita ?

Come ti ho anticipato all’inizio le case costano molto e anche gli affitti sono cari. Un appartamento di due camere viene intorno alle 1300 sterline al mese, ma per il resto è tutto meno caro rispetto all’Italia. Ricordatevi che Gibilterra è considerata un paradiso fiscale, non esiste IVA e le tasse sulle aziende sono al 10%. La benzina viene 1 € al litro e il Diesel 0,90 €, le sigarette meno della metà dell’Italia e anche molti prodotti al supermercato. Solo la frutta e verdura è più cara, ma è un ostacolo facilmente aggirabile…faccio 500 metri e sono in Spagna.

9) C’è qualcosa che ti manca dell’Italia ?

Ovviamente sì, mi manca casa mia. Come ho già scritto in diversi articoli l’emigrato quando va all’estero muore e rinasce, ma non è detto che quando rinasci fai la vita che volevi. Io sono profondamente triste nel vedere il mio Paese sprofondare nelle mani di zozzoni che non fanno altro che calpestare la storia della nostra nazione e il sacrificio dei nostri padri. La mia tristezza ha origine dal fatto che tutta la fatica che sto facendo all’estero per farmi valere l’avrei fatta volentieri in Italia se solamente le cose non fossero degenerate in questo modo. Non posso pensare di far crescere i miei due figli in un ambiente ostile, in uno Stato che ti è nemico piuttosto che essere padre.

Mi sveglio arrabbiato ogni tanto, la mia rabbia contro la classe politica italiana non ha eguali anche a distanza di migliaia di chilometri e dopo anni che me ne sono andato ancora vorrei prenderli a pugni, per aver negato ai miei figli la loro patria.

 

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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