In Italia le case chiuse furono bandite nel 1958, il dibattito da allora non si è mai spento. Insieme all’Italia ci sono parecchi Paesi europei che si definiscono abolizionisti, nel senso che la prostituzione non viene ne punita ne regolamentata.
In Europa esistono diversi Stati dove la prostituzione è legale, ma più in generale la questione è affrontata con diversi livelli di tolleranza. Si parte dalla tolleranza zero, che punisce legalmente o con la detenzione sia la meretrice che il cliente, fino alla completa legalizzazione.
I modelli proibizionisti più severi sono quelli dei Paesi dell’Est Europa, in particolare: Lituania, Bosnia, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Serbia, Ucraina, Georgia, Croazia, Albania, Bielorussia e Russia) dove è prevista la detenzione.
Poi ci sono gli Stati cosiddetti abolizionisti, ovvero dove la prostituzione non viene punita ma neanche regolamentata. Vengono punite solo le attività collaterali come: sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento, reclutamento e induzione. Tra questi Paesi c’è l’Italia, che insieme alla maggior parte degli Stati dell’Europa occidentale, formano una maggioranza di tolleranza intermedia senza leggi precise o regole ferree. I Paesi abolizionisti sono: Bulgaria, Belgio, Estonia, Polonia, Francia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Portogallo, Romania, Spagna, Lussemburgo, Finlandia, Belgio e Danimarca.
Infine c’è il modello condiviso da: Olanda, Austria, Germania, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia che prevede delle regole e dei regolamenti sul tema della prostituzione. In questi Paesi è un lavoro come un altro, ci sono le case chiuse e la prostituzione è legale. Esiste un sistema di norme che tutti rispettano; come ad esempio la statalizzazione delle case chiuse e l’individuazione di quartieri a luci rosse.
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