Gianni ha aperto una “Panzerotteria” a Londra, successo fantastico

Vivere e avviare un business in Inghilterra è uno dei tanti sogni nel cassetto di molti italiani. Questo perché la terra della regina è vista come un una piccola America dal punto di visto lavorativo, le opportunità che possono svilupparsi li è difficile trovarle altrove in Europa. E questo avviene per diversi motivi, dalla moneta forte (la sterlina) all’estremo liberismo commerciale. In questo contesto ci sono italiani che sono riusciti ad inserirsi discretamente, come il nostro lettore Gianni Perillo che ha aperto una “panzerotteria” a Londra.

 

Intervista a Gianni Perillo: lavorare a Londra

 

– Mi hai detto di aver lasciato l’Italia per la Gran Bretagna, come si è creata l’occasione ?

Diciamo che da anni covavo il desiderio di fare l’imprenditore, ho sempre sofferto il lavoro da dipendente, mi sentivo un leone in gabbia, poi si è presentata l’occasione, ne ho parlato con mia moglie e alla fine ho deciso di mollare. All’inizio non avevo le idee chiare, ero però sicuro su 2 aspetti fondamentali:

  1. Volevo intraprendere un’attività nel settore Food, perché è un settore che tirerà sempre e poi, è un settore che ti permette di monetizzare subito quello che vendi, senza dover far credito a nessuno.
  2. Volevo lasciare l’Italia, perché volevo colmare il problema della lingua e poi perché sapevo che il regime fiscale era più conveniente di quello italiano. All’inizio puntavo su Ibiza, che adoro tantissimo, ma rimaneva il gap della lingua inglese da colmare, allora ho deciso di concentrarmi su Londra.

Non avevo né esperienza né passione per la cucina, allora per logica, all’inizio cercavo un socio che conoscesse il mestiere, ma ho conosciuto solo persone poco serie che snobbavano il mio progetto. Sapevo che Londra era invasa da Pizzerie ma nessuno faceva i Panzerotti se non qualche tentativo sporadico fatto da qualche ristoratore pugliese. Conoscevo la storia di un’istituzione milanese del Panzerotto, che anni fa aveva aperto a Londra ma che poi aveva chiuso poco dopo.

Allora ho decisoi di scegliere la strada più complicata, più tortuosa ma che alla lunga mi avrebbe consentito di DIFFERENZIARMI: esportare il Panzerotto pugliese!!

Nel contempo ho deciso che avrei imparato IO a fare i Panzerotti e che non dovevo dipendere da nessuno; per prima cosa ho fatto un corso di 4 giorni presso una delle migliori scuole di Pizzeria in Italia, Pizza.it, nelle Marche, giusto per prendere confidenza con il settore.

La mia fortuna, avere un cugino panettiere, Giacinto Fraccalvieri, Maestro della panificazione altamurana, che ha imparato il mestiere da bambino, dal mio caro nonno, Nicola Fraccalvieri, titolare a quel tempo del Panificio S.Nicola, ad Altamura; Giacinto in poco tempo mi ha insegnato a fare i Panzerotti e mi ha insegnato i segreti dell’impasto PERFETTO.

– Il lavoro che stai facendo ti sta regalando soddisfazioni?

Il lavoro che stiamo facendo mi regala grosse soddisfazioni, siamo tra i traders che vendono di più a Greenwich Market, ma questo lo abbiamo ottenuto dopo mesi di prove e aggiustamenti, inserire un prodotto nuovo all’interno di una città come Londra, è complicatissimo, vendere il Panzerotto lo è ancora di più, il Panzerotto non fa odore, non fa fumo, è meno appariscente e per questo i nostri sforzi sono maggiori rispetto a qualche collega che vende pasta, salsicce o hamburger, ma i risultati che stiamo ottenendo è frutto di una comunicazione, semplice, rustica, ma d’impatto, di uno stile di vendita per cosi dire “deciso” per usare un eufemismo, fatto di continui assaggi ai nostri clienti, di una bancarella dallo stile rustico, semplice ma accogliente come le panetterie di una volta; con una lavagna raccontiamo la storia che ci ha ispirato e cioè quella accaduta ad Altamura, dove una panetteria ha costretto dopo 1 anno McDonald’s a chiudere, la cui storia ha ispirato il film Focaccia Blues che ha ispirato a sua volta il mio brand Panzerotto Blues. Quello che però fa impazzire gli inglesi è l’artigianalità del prodotto, il farlo fresco davanti ai loro occhi!

– Esistono altre esperienze analoghe sul panzerotto a Londra o sei un pioniere?

So che anni fa una grande istituzione del Panzerotto aveva aperto a Londra ma poco dopo aveva chiuso, so poi di altri tentativi sporadici fatti in passato ma che sono morti la, quindi mi considero un pioniere del Panzerotto e ribadisco del Panzerotto e non del Calzone, ora vi racconto questa:

qui a Londra, tutti ma dico tutti conoscono il Calzone al forno, ora, all’inizio quando presentavo il mio prodotto, i clienti dicevano”…ah sì ho capito, è un Calzone” e andavano via, ma lo dicevano con la puzza sotto il naso, con sufficienza, con superficialità, come per dire, “…non mi stai dando niente di nuovo”; io ci rimanevo male, questa cosa m’irritava, anche perché sappiamo le differenze tra Calzone e Panzerotto, allora un bel giorno su ogni insegna della mia bancarella, ho scritto: Panzerotto, IT IS NOT A CALZONE!; un messaggio deciso, forte, quasi “rude” come dicono gli inglesi che all’inizio li spiazza un po’, poi vedi che sorridono, accettano la provocazione, si avvicinano e mi chiedono le differenze tra Calzone e Panzerotto, bene, in quel momento il cliente è conquistato!! Il mio progetto è quello di esportare, una tradizione, una storia e soprattutto una cultura, e da barese, non può che chiamarsi con una sola parola: PANZEROTTO.

 

 – Come vedi l’Italia dall’estero?

L’Italia al momento lo vedo come un paese in difficoltà soprattutto per chi ha voglia d’intraprendere, troppi alti i costi per sostenere un business, troppi gli impedimenti burocratici; però ho rispetto per il mio Paese, sono fiero di essere italiano e la mia caparbietà deriva proprio dal fatto di essere Italiano. Penso che lo street food sia il settore del momento sul quale si può investire, perché la nostra cucina è ricchissima di tante prelibatezze che possiamo esportare, ecco perché dico ai ragazzi che hanno un mestiere in mano, tipo panettieri, fruttivendoli, salumieri, pizzaioli, pasticceri, cuochi, pescivendoli, che HANNO L’ORO nelle loro mani e cioè hanno un mestiere che all’estero è apprezzatissimo! Al giorno d’oggi, a mio modesto parere, è più fortunato chi conosce un mestiere rispetto a chi possiede 1 o 2 lauree (detto da me che sono laureato!!!).

Ora, sia che si decida di rimanere in Italia, sia che si decida di emigrare, sulla base della mia esperienza, i miei consigli sono:

 

NON FATEVI DIRE MAI DA NESSUNO CHE NON SAPERE FARE UNA COSA!!

 

CHI OSA DIRVI QUESTO, E’ PERCHE’ IN PRIMIS E’ LUI CHE NON E’ IN GRADO DI FARLA E TENTA DI SCORAGGIARE IL PROSSIMO!

 

SE NON SAPETE FARE UNA COSA, IMPARATE A FARLA!!!

 

CERCATE DI DIPENDERE IL MENO POSSIBILE DAGLI ALTRI, PERCHE’ LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE E’ POCO SERIA E L’ALTRO NON HA LA STESSA FAME CHE AVETE VOI!!!

 

– Sogno nel cassetto ?

 

Imparare bene l’inglese, perché conoscere bene la lingua ti può dare la possibilità di sfruttare delle opportunità incredibili.

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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