Di momenti difficili all’estero ce ne sono tanti, sicuramente non meno di quanti ne avreste avuti in patria. Anche se è difficile ammetterlo moltissimi emigrati provano un forte senso di smarrimento e tristezza dentro. Emigrare in realtà, al netto dell’entusiasmo iniziale, è un po’ come morire (metaforicamente intendo). In pratica si muore nelle proprie sicurezze, stabilità, conoscenze e si rinasce nell’ignoto, dovendo ricominciare quasi tutto d’accapo.
In fondo nella decisione di emigrare si riconoscono dei vantaggi relativi alla realizzazione di propri obiettivi di sviluppo personale, i quali alla lunga si rivelano superiori agli svantaggi e alle perdite cui si può andare incontro.
Senso intenso di perdita generale del sé e delle relazioni importanti
• Sensazione perenne di confusione, non sapere dove andare o cosa fare
• Stati di ansia provocati dalla perdita delle relazioni e dei contesti sociali familiari
• Senso di impotenza
• Stati di ansia provocati dal senso di incertezza verso il futuro
• Disturbi fisici o somatoformi (dist. alimentazione, dist.sonno, frequente mal di testa, nausea, etc..)
• Senso di isolamento, tristezza e nostalgia (“home-sickness”)
• Senso di inadeguatezza/estraneitá nei nuovi contesti
• Evitamento costante di situazioni sociali, perdita di interessi e apatia
• Rabbia e aggressivitá verso la cultura ospitante e suoi membri
• Costanti fantasie sul ritorno o su come fare per anticiparlo
• Stati alterni di malessere e benessere
• Smettere di lamentarsi: crogiolarsi nel ripetere ció che non ci fa stare bene ci fa stare peggio in quanto ci rende inconsolabili, chi si lamenta vuole solo lamentarsi ancora.
• Uscire dall’isolamento: vedere cosa c’e’ di nuovo lá fuori ci dá alternative e ci rende piú liberi
• Sforzarsi di imparare presto la lingua e conoscere i codici gestuali del paese ospitante: ci libereremo cosí dal peso di non poter comunicare al meglio esprimendo una gamma ampia di sentimenti e sfumature. Inoltre eviteremo di essere fraintesi.
• Darsi obiettivi a breve e medio termine: professionali, sociali, formativi.
• Affrontare un problema alla volta: fare una lista dei problemi ed iniziare a risolvere i piú semplici
• Esprimere le proprie emozioni siano esse di gioia o di tristezza: piangere ma senza piangersi addosso!
• Evitare di rifugiarsi nelle sostanze stupefacenti , nell’alcool o nei farmaci: le quali forse ci fanno uno sconto momentaneo sulla frustrazione salvo poi presentare il conto con gli interessi!
• Frequentare luoghi e persone nuove e che consideriamo positive per la nostra crescita
• Coltivare gli interessi di sempre ma esplorarne anche di nuovi..
• Ritrovarsi con le persone, invitare, farsi invitare..scambiare convivialitá
• Circondarsi di cose e gesti che ci fanno stare bene: una passeggiata nel verde, una musica, un bagno caldo..a volte basta davvero poco per tornare a centrarsi
• Ricordarsi che il nostro paese d’origine non é scomparso dalla Terra e che se proprio non vogliamo rimanere dove siamo un modo per tornarci lo troveremo
• Ricordarsi spesso dell’obiettivo che avevamo quando siamo partiti e del perché allora i vantaggi superarono gli svantaggi.
Suggerimenti di
Francesca Isabella Bove
Psicóloga Responsabile di “International Psychologists Project”
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