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Brexit è diventata realtà, UK fuori dalla UE. E ora l’Italia ?

Brexit è diventata realtà, UK fuori dalla UE !

Brexit e export italiano: cosa succede ora ?

Il Regno Unito è un mercato molto rilevante per l’export italiano, secondo Sace (la società della Cassa depositi e prestiti che fornisce assistenza e assicurazione agli investimenti commerciali fuori dall’Italia), ma la sua uscita dalla Ue non avrà ripercussioni uniformi sugli esportatori italiani: i settori dell’abbigliamento e dell’alimentare non subirebbe grandi danni, quello della meccanica invece sì.

La Brexit implicherà una minore crescita di 1-2 punti percentuali per l’export italiano verso Londra nel 2016, pari a 200-500 milioni di euro in meno beni esportati). La stima è stata effettuata sul presupposto di una crescita del Pil reale (cioè al netto dell’inflazione) del Regno Unito dell’1,8% per l’anno corrente.

Il vero contraccolpo per l’export italiano arriverà nel 2017: a fronte di una crescita del Pil reale britannico dello 0,4% Sace prevede una contrazione dal 3% al 7% per l’export italiano verso il Regno Unito, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati.

Nel 2015 l’interscambio commerciale Italia-UK è stato di 33,1 miliardi, in aumento del 5,9% rispetto al 2014, con un saldo positivo per l’Italia di  11,9 miliardi. Le esportazioni italiane sono risultate pari a 22,5 miliardi, in aumento del 7,4% rispetto al 2014. Nei primi 4 mesi del 2016 l’export è cresciuto dell’1,1% in termini tendenziali. Le importazioni italiane dal Regno Unito sono state circa € 10,6 miliardi, in aumento del 2,8% rispetto al 2014 e sono composte principalmente da mezzi di trasporto, prodotti chimici e meccanica strumentale.

A pagare la Brexit in Italia sarà la meccanica strumentale,

per la quale l’uscita di Londra dalla Ue comporrebbe un a crescita inferiore di circa 100-200 milioni di euro nel 2016. Insieme ai mezzi di trasporto, questo comparto potrebbe arretrare di oltre il 10% l’anno prossimo sul mercato inglese. Settori rilevanti per il Made in Italy, come tessile e abbigliamento e alimentari e bevande, non subirebbero invece una variazione negativa: per i prodotti alimentari Sace prevede che in virtù della loro natura, l’andamento dell’export continuerebbe a essere positivo.

 

Ma nonostante tutto questo oggi ha vinto la gente comune, ha vinto il popolo stanco ma coraggioso. Ha vinto l’Inghilterra dei lavoratori e non quella dei burocrati o delle banche. Lo shock sarà pesante per l’Unione Europea e non potrà far finta di niente come nella peggiore delle ipotesi, mentre, nella migliore si sgretolerà il più presto possibile lasciando libero le nazioni di scegliere il proprio destino.

FONTE

 

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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