Molti italiani sono andati a vivere in Germania, e molti anche a Berlino. Andrea è uno di loro e ha voluto raccontarci la sua esperienza compilando il NOSTRO MODULO. Ecco a voi le sua storia:
Nome e Cognome
Andrea Palladino
Nazione di residenza
Germania
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Vero Nome
Perché ti sei trasferito/a? Raccontaci il tuo inizio
Mi sono trasferito in Germania dopo aver conseguito la laurea e il Dottorato in Fisica. Durante il Dottorato ho avuto la possibilità di partecipare a diverse conferenze internazionali e di entrare in contatto con scienziati di tutto il mondo. Ho avuto conferma che l’Italia non è il Paese giusto per fare ricerca, specialmente in qualcosa di così settoriale come l’Astrofisica. Se tutto va bene in Italia puoi andare avanti con gli assegni di ricerca per qualche anno; il problema è che poi molti si ritrovano in un vicolo cieco e quando l’assegno di ricerca non viene più rinnovato si è praticamente costretti a cambiare lavoro.
Ho ricevuto un offerta di lavoro per 3 anni presso un centro di ricerca tedesco, circa 8 mesi prima di concludere il Dottorato ed ho accettato senza esitare. Basti pensare che in Italia l’unica offerta di lavoro che avevo ricevuto era una richiesta di supplenza di 6 ore a settimana in un liceo. È davvero curioso che io in Germania possa lavorare come scienziato, mentre in Italia non riesca nemmeno a trovare lavoro come Professore in una scuola superiore !
Come sono stati i primi mesi all’estero?
Ho un ricordo molto positivo dei primi mesi. Mi sono trasferito con mia moglie e il primo viaggio l’abbiamo fatto in macchina. 2000 km con 3 tappe, nel Nord Italia e nel Sud della Germania; un viaggio emozionante ! Il centro di ricerca in cui lavoro io si trova a circa mezz’ora da Berlino, per cui all’inizio c’era indecisione sul luogo in cui cercare casa.
Abbiamo iniziato la nostra ricerca proprio nella capitale, ma riuscivamo a trovare solamente appartamenti piccoli con lunghe liste d’attesa. Grazie all’assistenza del centro di ricerca ci è stata proposta una casa nel Paese in cui lavoro e abbiamo accettato immediatamente. In conclusione dopo circa 2 settimane avevamo già la casa ed avevamo già sistemato tutta la burocrazia. La lingua non è stata un grande problema.
Il tedesco “per la sopravvivenza” si impara in pochi mesi, mentre per quanto riguarda il lavoro si usa l’inglese, la lingua ufficiale nel mondo della ricerca.
Qual’è il costo della vita?
Se facciamo un paragone con la città nella quale ho studiato (L’Aquila) direi che i prezzi sono simili, se facciamo un paragone con la nostra capitale e con i Paesi limitrofi a Roma direi che i prezzi sono decisamente più bassi, di circa il 30-40%.
In generale il costo della vita è mediamente più basso rispetto all’Italia, mentre lo stipendio per quanto riguarda il mio lavoro è esattamente il doppio. Confrontandomi con un mio collega che lavora a Roma e tenendo in conto il costo della vita, il mio guadagno netto è di circa 2.5 volte superiore.
Quali sono le principali differenze con l’Italia?
La differenze principale con l’Italia è che il lavoro da ricercatore qui è rispettato e visto in maniera molto seria, cosa che non accade in Italia. Basti pensare che chi fa il mio stesso lavoro in Italia continua a percepire delle borse di studio, non è un lavoratore a tutti gli effetti. Non versa i contributi all’INPS, non paga le tasse, ecc…
In termini di sanità direi che qui funziona decisamente meglio. Dallo stipendio lordo vengono trattenute le tasse per l’assicurazione sanitaria e con la tessera sanitaria fai qualunque tipo di visita senza pagare un centesimo. Le strade sono in ottime condizioni e, come già saprete, le autostrade sono gratuite. Vorrei però sfatare il mito delle autostrade senza limite di velocità ! Il limite è quasi sempre presente ed oscilla fra 80 km/h e 130 km/h. I tratti senza limiti sono in minoranza.
Cosa ti manca dell’Italia?
Dell’Italia mi mancano principalmente gli amici e la famiglia. Il cibo non è un problema, qui si trovano tutti i prodotti italiani e mia moglie è molto brava in cucina! Aggiungo che i paesaggi che ci sono in Italia non si trovano in Germania, sebbene la Germania del sud meriti di essere visitata.
A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?
Sicuramente consiglierei la Germania ai giovani laureati. Dopo aver passato anni a studiare non ci si può accontentare di lavorare per 500€ al mese, finire al McDonald o finire in un call center. Ciò significherebbe aver buttato via anni e anni di studio, oltre che aver buttato via l’investimento fatto dai nostri genitori per farci studiare.
A mio avviso l’età ideale per trasferirsi è tra i 20 e i 30 anni; quando arrivano i bambini diventa tutto più complicato.
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