Oggi possedere un immobile e tenerlo sfitto è un costo che solo poche persone possono permettersi. Il Governo negli ultimi anni ha inasprito notevolmente la tassazione degli immobili sfitti. Basti pensare che un immobile sfitto sito nello stesso comune dell’abitazione principale è tassato ai fini Irpef del 50% in più, e lo stesso vale per gli immobili concessi a titolo gratuito a parenti e affini. Ad oggi, su una casa sfitta si paga l’Imu con aliquota massima, l’Irpef e addizionali al 50%, e in alcuni casi anche la Tasi. Per questi motivi affittare casa diventa indispensabile, sia per coprire i costi, sia fiscali che legati alla manutenzione, ma soprattutto per generare una rendita passiva extra.
Affittare un immobile ormai è diventato alla portata di tutti, ma soltanto in pochi conoscono gli strumenti per ottenere il massimo rendimento da un immobile in affitto. Visti gli innumerevoli quesiti che ci arrivano sull’affitto, abbiamo deciso di dedicare questo articolo svelando le regole per affittare casa ottenendone il massimo profitto.
Se vuoi affittare casa la prima cosa che devi sapere è che attualmente sul mercato vi sono varie tipologie di contratti di locazione che possono essere utilizzati. Ogni contratto ha delle caratteristiche peculiari, e saper sfruttare il giusto contratto in base alle nostre esigenze di proprietari, ed in base alle caratteristiche dell’immobile è il primo passo per ottenere il massimo dall’affitto. In particolare le tipologie di contratti di affitto in vigore sono i seguenti:
Guadagnare il massimo da una locazione significa anche ridurre i costi superflui. Affittare casa non è un compito semplice, per questo ci sono le agenzie immobiliari che affiancano i proprietari. Avete mai pensato di eliminare questo costo, promuovendo il vostro appartamento in autonomia. Con internet i siti dove poter inserire gli annunci per l’affitto del vostro immobile sono tanti: uno dei più conosciuti Casa.it permette di fare tutto in autonomia, ma ce ne sono tanti altri, da Affitto.it a Airbnb.it. Naturalmente questa non è una soluzione alla portata di tutti, le agenzie immobiliari svolgono un ruolo importante nell’intermediazione tra proprietario ed inquilino, quindi per i soggetti meno esperti avere la consulenza di un intermediario è fondamentale, ma per i proprietari più esperti fare da soli può aiutare a risparmiare qualcosa ed avere un guadagno maggiore dalla locazione dell’immobile. Naturalmente ogni caso deve essere valutato singolarmente, ma tenete in mente anche questa opportunità, per aumentare la redditività della casa.
Considerata la vasta offerta di immobili in affitto, diventa fondamentale ridurre i tempi nei quali l’immobile rimane sfitto. Per questo motivo è necessario essere migliori della concorrenza. Uno degli elementi fondamentali per fare scegliere il nostro immobile al potenziale affittuario è la presentazione. Si sa, la prima impressione è quella che conta e anche in questo caso dobbiamo fare la nostra parte. L’inquilino ha la possibilità di confrontare tanti appartamenti, direttamente dagli annunci su internet. Presentare la casa pulita e luminosa è il primo modo per lasciare una buona impressione all’inquilino direttamente dall’annuncio immobiliare. Se, invece, ti fai assistere da un’agenzia pretendi un buon servizio fotografico all’immobile.
Il passo successivo è quello di presentare all’inquilino i punti di forza, un terrazzo, una vista particolare, la posizione, insomma, bisogna evidenziare il valore aggiunto che ogni immobile possiede. Un arredamento curato, e coerente con la tipologia di immobile farà il resto. Se, invece, l’arredamento non è un valore aggiunto della casa, perché non hai le possibilità di investirci, allora è meglio presentarsi con quale mobile in meno, soprattutto quando l’arredamento è vecchio stile.
Quando di decide di mettere a reddito una casa il canone di locazione è sicuramente l’elemento fondamentale. Il canone è un valore che si correla strettamente con il valore dell’immobile. Trovare il corretto canone di locazione non è semplice, soprattutto perché per ogni tipologia di contratto, che abbiamo visto in precedenza, l’importo del canone di locazione applicabile è diverso. In generale oggi, il canone di affitto di un immobile deve essere il quanto più possibile equo rispetto al valore dell’immobile (e a quelli simili della stessa zona). Questo porterà in breve tempo potenziali affittuari a finalizzare tempestivamente la trattativa.
Per poter avere un parametro di riferimento per la determinazione del canone di locazione applicabile potete prendere a riferimento la banca dati OMI del mercato immobiliare Italiano, messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Sicuramente rappresenta un importante punto di partenza per la determinazione del canone di affitto da applicare al vostro immobile.
Ricordiamo, infine, che per le locazioni di durata ultrannuale, il canone di locazione può essere aggiornato ogni anno, in base all’andamento del tasso di aumento dei prezzi al consumo, registrato dall’Istat, rispetto all’anno precedente. Per poterlo fare, è necessario inserire nel contratto apposita clausola.
La stipula del contratto di locazione è sicuramente uno degli aspetti fondamentali. Dal contratto di locazione derivano tutti i diritti e gli obblighi sia per il proprietario che per l’affittuario. Per questo motivo la stipula del contratto di locazione deve essere curata nei minimi dettagli. Il contratto di locazione, infatti, è il primo strumento di tutela per il proprietario in caso diinsolvenza dell’affittuario. Solitamente i classici errori che si commettono al momento della stipula di un contratto di locazione sono tre:
Un appartamento sfitto è un costo per il proprietario: più questo tempo viene ridotto maggiori saranno i profitti. Questa regola potrà sembrarvi scontata, ma se vi trovate temporaneamente con la casa sfitta, per una risoluzione del contratto dal parte dell’affittuario, o per la conclusione di un contratto, ricordatevi che il tempo è denaro. Aspettare nuovi potenziali interessati affittuari disponibili ad accettare un canone maggiore, rappresenta un costo. In questi casi è meglio abbassare il canone ma avere un contratto firmato in poco tempo.
Percepire un reddito da locazione rappresenta un’indica di capacità contributiva. Per questo motivo deve essere dichiarato al Fisco, e deve essere assoggettato a tassazione. Riuscire a capire qual’è la migliore tassazione da applicare al canone di applicazione è un elemento che può portarvi a risparmiare, e quindi, a massimizzare il guadagno. Il canone di locazione può essere assoggettato alternativamente ad Irpef o a Cedolare secca.
La tassazione ad Irpef prevede che il canone vada a sommarsi agli altri redditi imponibili del contribuente, formando la base imponibile. Sulla base imponibile saranno poi applicate le aliquote progressive Irpef. In pratica, maggiore è l’aliquota marginale Irpef del proprietario tanto maggiore sarà la tassazione del canone. Possiamo dire, quindi, che per redditi imponibili che scontano aliquote Irpef elevate la tassazione ad Irpef, è svantaggiosa, a meno che non si abbiamo da scontare importi rilevanti di deduzioni o detrazioni fiscali.
La seconda modalità di tassazione è quella con cedolare secca. La cedolare secca ha il vantaggio di essere un’imposta sostitutiva dell’Irpef, dell’imposta di registro e delle addizionali Regionali e Comunali. L’importo è del 21% se il contratto è a canone libero, oppure il 10% se il contratto è a canone concordato. Come possiamo vedere, la tassazione a cedolare secca presenta l’indubbio vantaggio di consentire un risparmio fiscale in termini di tassazione dovuta.
Saper valutare correttamente la tassazione più vantaggiosa per la vostra situazione personale è sicuramente un elemento fondamentale per massimizzare il guadagno derivante dalla locazione della casa.
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