Ecco a voi un’altra storia dalla Grecia, questa volta da Creta. Federica ci ha voluto raccontare la sua esperienza compilando il nostro modulo online. Buona lettura!
Federica e la sua Creta
Nome e Cognome
Federica Leoni
Nazione di residenza
Grecia
Perché ti sei trasferito/a? Raccontaci il tuo inizio…
Kalispera sas!
Sono Federica Leoni, una psicologa romana, amante dei viaggi, soprattutto quelli con destinazione Grecia. Terra nella quale attualmente vivo e dalla quale vi scrivo.
L’inizio di questa avventura potrei simbolicamente farlo risalire a quando, ancora bambina, mio nonno (superstite di Cefalonia) mi raccontava favole che parlavano di mar Ionio e di greci. Tra moussaka (un piatto tipico simile alla parmigiana) e persone autentiche.
Poi, il destino e la curiosità, hanno trasformato l’origine simbolica di questa storia ellenica, in qualcosa di tangibile e pratico. Nel 2012, alla mia richiesta di prendere parte a un internship – nell’ambito del Progetto “Education and Culture Lifelong Learning Programme Leonardo Da Vinci” – acquistai un biglietto aereo per Creta. Biglietto che, come in uno sliding doors, cambiò radicalmente la mia vita.
Ho iniziato così a lavorare nella Public Special Nursery School di Rethymnon, dove mi occupavo delle attività ludico-educative rivolte ai bambini dai 3 ai 5 anni con disabilità cognitive e motorie.
Passavo le mie giornate immersa nella cultura locale di una realtà, quella cretese, dove la tradizione è la regola. Con i miei compagni multietnici, un gruppo che rappresentava una torre di Babele, giravamo l’isola, ne conoscevamo gli angoli più selvaggi.
La sera ci sedevamo intorno al tavolino più vicino ai musicisti, che fino all’alba ci regalavano note pagane. Tra un sorso di raki, una passeggiata nel palmeto di Preveli e qualche nota di rebetiko o di protos syrtos, mi innamorai di un autoctono e da lì prese piede l’idea di cambiare paese.
Come sono stati i primi mesi all’estero?
Il mio trasferimento, con tanto di bagaglio pesante, è recente, vivo qui da soli due mesi. Tuttavia, lo shock culturale e tutti gli effetti collaterali del cambiare vita e paese, risalgono a molti anni prima. Dal primo giorno che ho calpestato l’isola, sino ad oggi, ho vissuto molteplici trasferimenti.
I primi mesi a contatto con questa terra sono stati senz’altro duri. Senza la cornice del Progetto Leonardo – dove avevo un programma fitto di attività da seguire e una piccola rete di amici con i quali avevo creato legami molto intensi – il mio tempo nella bella isola aveva cambiato forma. La fluidità che ricordavo dei giorni passati a Creta, lentamente cambiava, e l’isola, iniziava a mostrarmi anche il suo volto più ruvido.
Dalla difficoltà a comprendere una lingua che ha un alfabeto diverso dal mio, al muovermi in una cittadina che potrei equiparare al più grande quartiere di Roma (città nella quale sono nata e cresciuta). Dalla difficoltà generata dalla poca scelta – un cinema, tanta musica, prevalentemente tradizionale, e poche attività ricreative – a quella di dover chiedere consigli a Google su come fare la cosa più semplice di tutte, chiedere 200 grammi di olive al mercato.
Per non parlare della distanza dalla mia rete sociale, mancanza con la quale, ancora oggi, sento di dover fare i conti, difficili da risolvere.
Sono partita dagli aspetti negativi del mio trasferimento, ma è chiaro che ci sono anche aspetti positivi e molteplici sorprese. A partire dal lusso di accorciare le distanze geografiche con il mio compagno, fino alla pienezza di vivere a due passi da un mare paradisiaco, la mia terapia sensoriale.
La bellezza del sentirsi accolta come straniera – qui la xenofilia dovrebbero insegnarcela – il divertimento di andare al mercato e cercare con la mimica del corpo di acquistare dei cavolfiori (qui è da notare il magico e sorprendente rovescio della medaglia). Sono stata accolta dalla bellezza di una vita semplice, senza troppi ornamenti, che piacevolmente ti costringe ad entrare in contatto pieno con l’essenziale, con il bisogno di natura che vive dentro ognuno di noi.
Un altro aspetto, piacevole sorpresa per una romana come me, è stato il percepire come la comunità sia davvero un’entità presente e diffusamente tangibile.
Qui ci si sente parte di un tutto che, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, ti sostiene e ti difende. Qui si è sposi della propria comunità. Se decidono di chiudere il parco pubblico per lavori di manutenzione che hanno l’odore di “sòla” stai certo che un gruppo organizzato di cittadini sarà pronto a difendere creativamente quegli spazi.
E da qui nasce qualcosa di sorprendente, un senso di condivisione che non ha paura dell’estraneo, una condivisione che non si ferma al conoscente. Se la sera ti rechi a sentire della musica locale, non è strano ritrovarsi a brindare con il vicino di tavolo o ballare afferrato alle spalle dello sconosciuto.
Qual è il costo della vita?
Vivere qui ha sicuramente alcuni vantaggi, a partire dal costo della vita, più basso su molteplici fronti. Vengo da Roma e la prima cosa che chiedo quando parlo con qualcuno che vive all’estero è “quanto costano gli affitti?”. A Roma affittare un appartamento richiede salari d’oro, qui no. Ecco perché, nonostante le grandi difficoltà economiche causate dalla crisi e da scelte politiche improprie, molti ragazzi greci posso permettersi di vivere da soli già durante gli studi, affittando un’intera casa e non una stanza condivisa.
Vivo a Heraklion, una città di circa 300.000 abitanti, e qui gli affitti possono variare dai 100 Euro per un monolocale un po’ rattoppato, fino a cifre che sono da considerarsi più consistenti (intorno ai 700/800 Euro) per avere ville con viste mozzafiato e centinaia di metri quadrati da calpestare per andare dalla camera da letto al bagno. Per farvi un esempio pratico, una casa vicina al centro di circa 120 mq, in un quartiere popolare, può costare intorno ai 250 Euro, ottimo direi!
Anche la spesa è molto economica, i prodotti locali come frutta e verdura, dotati di sapori grandiosi, hanno costi molto bassi e lo stesso vale per il latte e i suoi derivati. Anche l’olio d’oliva, la frutta secca e la carne (come in Sardegna, anche qui sono prevalentemente allevatori) hanno prezzi convenienti e qualità elevate.
Inoltre, andare a cena fuori, non è un lusso per pochi. Si può mangiare con 15 Euro a persona fino a scoppiare, in taverne anche molto curate che offrono musica, dolci e cibo squisito. Ricordo una volta, di ritorno da un viaggio in nave, ci fermammo a mangiare in una piccola taverna non turistica e anche poco apprezzabile esteticamente. Il nostro stomaco accolse carne, formaggi, insalata, verdure varie e l’immancabile yogurt offerto dalla casa. Il tutto annaffiato da acqua e raki, il conto fu di 4 Euro a persona!
Una piccola impennata di prezzo la fanno i detersivi e una grande impennata alcuni farmaci, ma per quello si adottano soluzioni creative, laddove i tempi lo permettono. Ci si può, infatti, affidare a diversi siti, dove i costi sono dimezzati. Prenoti e paghi su internet il farmaco che vuoi e ritiri direttamente nella farmacia del quartiere. Quello che costa qui è ciò che non è prodotto a livello nazionale, come le auto. Spesso i greci si attivano per comprarle in Germania, dove i prezzi sono decisamente più convenienti.
Quali sono le principali differenze con l’Italia?
Culturalmente siamo molto simili, non a caso quando un greco incontra un italiano è probabile che lo accoglierà con un affettuoso “una faccia, una razza”.
Il calore delle persone, l’ospitalità, il piacere della convivialità sono aspetti che ci avvicinano molto, soprattutto se pensiamo all’Italia del Sud. Poi se dal macro ci spostiamo al micro, cretesi e sardi sono gemelli separati alla nascita. Stessi panorami, stessi mari colorati dalle pietre, stessi odori e orizzonti. Persino gli abiti tradizionali si assomigliano molto. Sul fronte delle differenze, ne emergono diverse, soprattutto quelle captate da un occhio abituato a vivere in una grande città.
A Roma correvo sempre e il tempo mi sembrava di perderlo tra un passo e quello successivo, qui al contrario il tempo è dilatato, tutto si muove con ritmi diversi da quelli di una capitale. Ho ripreso contatto con il concetto di “siga siga” (piano piano) che ti insegna il valore del movimento lento e anche dell’ozio che, se usato bene, sa essere anche molto creativo e produttivo.
Qui, inoltre, la scelta è minima e come tale ti ci perdi meno facilmente. La semplicità regna sovrana.
Cosa ti manca dell’Italia?
Dell’Italia mi manca parlare e ascoltare la mia lingua, sentire la fluidità dei processi comunicativi che non richiedono tempo per trovare la parola giusta. Mi manca poter parlare senza inciampare tra parole dall’accento italiano, inglese e greco.
Mi manca il non dovermi affidare continuamente a Google traslate per scrivere un messaggio, qui hanno 5 “i” diverse e temo che non imparerò mai a riconoscere quella giusta. Di Roma mi manca la vastità della scelta, qui il cinema è uno, la musica è prevalentemente tradizionale e, a volte, vorrei del buon reggae nelle orecchie.
Mi manca il mio quartiere, incontrare gli angoli maestosi della mia città, mi mancano visceralmente gli amici e la famiglia, e alcuni posti che per me erano una piccola e stabile certezza. Poi mi manca il mio studio di psicologa su via Ostiense, dove la sera si affacciava sempre una luce nostalgica, la luce tipica di Roma. Mi manca fare il mio lavoro con più semplicità. Trasferirmi qui ha richiesto un adattamento in toto che mi ha spinta verso un processo creativo e ricreativo, anche a livello professionale.
Oggi, infatti, lavoro come psicologa on-line, offrendo sostegno a chi, per diversi motivi, preferisce una terapia tramite web. In particolare, mi interesso e lavoro con gli italiani espatriati nel mondo che hanno il desiderio di seguire un percorso terapeutico con un professionista madrelingua. A proposito, se vi va date un’occhiata al mio sito: https://federicaleonipsy.wixsite.com/psicologa
A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?
Consiglio la Grecia e, in particolare Creta, a chi cerca una qualità della vita più alta e con costi più contenuti. A chi desidera un contatto pieno con la natura, che qui si esprime in ogni sua forma e colore, a chi ama la tranquillità e una vita più comunitaria. Consiglio questa meta a chi – come mi disse un romano trasferitosi anni fa sull’isola – vuole guadagnarci in salute e non in denaro. La consiglio a chi lavora nel turismo, qui troverà senz’altro un terreno fertile dove potersi esprimere.
E la consiglio ancora oggi a me stessa. Perché al di là delle innumerevoli difficoltà che incontro dal lunedì alla domenica, a partire dalla nostalgia di casa, fino alle prove linguistiche che si presentano anche nell’acquisto delle olive al mercato, sto vivendo un’esperienza che mi dona molto, ogni singolo giorno.
Sto imparando cose nuove su di me e sulla vita nel suo senso più ampio. Sto compiendo un viaggio introspettivo che mi mette a contatto con i miei limiti e, quindi, con le mie risorse, molte delle quali non avevo ancora avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere.