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Italiano in Svizzera: prezzi alti rispetto all’Italia ma stipendi base da 4000 euro al mese

Abbiamo ricevuto la testimonianza di un italiano che vive in Svizzera (TRAMITE IL NOSTRO MODULO), Christian Rocchi. Anche lui, come molti, è partito giovanissimo per l’estero e dopo aver lavorato a Bruxelles è arrivato in Svizzera. Ecco a voi la sua storia:

Svizzera, il racconto di Christian

Nome e Cognome
Christian Rocchi


Nazione di residenza
Svizzera


Perché ti sei trasferito/a? Raccontaci il tuo inizio


Buongiorno, io mi sono trasferito all’estero nel 2008. Il primo paese di destinazione è stato il Belgio. Per spiegare i motivi devo tornare un po’ indietro, al periodo universitario. Nel 2005 frequentavo il primo anno della laurea specialistica in relazioni internazionali a Pisa, e, per arricchire il mio CV, decisi di fare domanda di borsa Erasmus, per l’appunto in Belgio, all’università di Louvain-la-Neuve. Ho trascorso là un anno di formazione bellissimo che mi ha decisamente cambiato le prospettive (9 mesi di Erasmus e 3 mesi di stage non retribuito in Rappresentanza Permanente d’Italia presso la UE a Bruxelles).

Nel 2006 sono dovuto tornare in Italia per laurearmi e, subito dopo, ho cominciato a lavorare in una ditta di spedizioni a Livorno, con contratto di apprendista, paga di 750€ netti. In questa piccola azienda non vi erano prospettive di assunzione fissa né di carriera, la paga era bassa, e per di più il lavoro poco aveva a che fare con i miei studi.

Nel 2007 decisi dunque di rimettermi a studiare e mi trasferii a Roma per frequentare un master in studi diplomatici. Durante la frequentazione del master, mandavo intanto applicazioni per fare stages nelle svariate organizzazioni internazionali. Con molta fortuna, fui preso per uno stage retribuito in Commissione Europea a Bruxelles (1100€ al mese per 6 mesi). Dovetti fare una scelta e optai per sospendere il master a Roma e da lì mi trasferii a Bruxelles nel febbraio 2008.

Conclusasi l’esperienza di stage, non troppo appagante per dir la verità, sarei dovuto tornare in Italia per terminare il master, ma, entrato ormai nell’orbita della Commissione Europea e dei concorsi UE, decisi di rimanere a Bruxelles per giocarmi tutte le carte possibili. Nel frattempo però dovevo mantenermi e trovai un lavoro in una ditta specializzata nella produzione di nerofumo come adetto alla logistica import/export, grazie all’esperienza che avevo maturato nella ditta di spedizioni a Livorno. Non c’entrava niente con i miei studi, ma mi permetteva di pagare l’affitto e le bollette a Bruxelles e il “lusso” di vivere da solo per la prima volta. Per me, all’età di 25 anni, erano i primi veri stipendi. Guadagnavo 1800€ netti e all’epoca mi sembravano un sacco di soldi.


La mia idea era quella di lavorare e nel frattempo di studiare per i concorsi dell’UE. Tra l’altro riuscii a passarne uno per lavorare in quelle che avrebbero dovuto essere le ambasciate dell’UE nel mondo se fosse entrata in vigore la Costituzione dell’Unione Europea. Purtroppo, o no, con il passare del tempo non riuscivo più a gestire lavoro a tempo pieno e studio,e, piano piano, cominciai, seppur tra qualche rimorso di coscienza, ad abbandonare l’idea di lavorare per le istituzioni europee e a concentrarmi e a credere di più nel lavoro che stavo facendo.


Nel 2010 la grande occasione. La ditta per cui lavoravo ormai già da due anni avrebbe aperto un headquarter in Svizzera, e, il mio capo di allora, mi spinse a fare domanda per un posto in “supply chain” per questo nuovo ufficio. Io spinto dall’entusiasmo di un lavoro nuovo, molto ben retribuito, e più vicino all’Italia, accettai e nell’agosto del 2010 dal Belgio mi sono trasferito nella Svizzera tedesca, dove tuttora mi trovo e dove ormai rimarrò.


Come sono stati i primi mesi all’estero?

I primi mesi fuori dall’Italia li ho vissuti in Erasmus che è una condizione particolare. Un’esperienza incredibile che consiglio a chiunque voglia allargare le proprie prospettive.
I primi mesi invece fuori dal guscio dell’Erasmus, quando mi sono trasferito nel 2008 in Belgio sono stati in qualche modo più duri. Per quanto sembri assurdo, per me è stato sempre più complicato trovare un alloggio che un lavoro, e in due anni ho cambiato per differenti ragioni, 3 appartamenti.


Con la lingua non è mai stato un problema perchè il francese l’avevo studiato sia alle medie che alle superiori. Mi son sempre integrato bene in Belgio e ho (ancora) là un gruppo di amici che continua a vivere a Bruxelles dai tempi dell’Erasmus e che di tanto in tanto vado a visitare!!
Al contrario, il trasferimento in Svizzera fu un po’traumatico. Da una capitale europea come Bruxelles sono andato a finire in una piccola cittadina della Svizzera tedesca di 35000 mila abitanti, Schaffhausen, non proprio il centro del mondo. Parlavo poco e niente il tedesco, non conoscevo nessuno e ci ho messo un paio d’anni buoni per sentirmi davvero bene e per mettere su una vita sociale.

A livello materiale non mi mancava assolutamente niente. La ditta mi ha pagato l’affitto per 3 anni e in più una paga davvero buona, ma ricominciare da zero, con un lavoro che dovevo imparare e con nessun amico e familiare non è stato semplice.


Adesso , dopo 9 anni qua, posso davvero dire che non mi manca niente. In ambito lavorativo ho fatto una discreta carriera. Lavoro ancora per la stessa ditta dove avevo iniziato in Belgio, cambiando periodicamente posizione e ho raggiunto uno stipendo invidiabile. Nel 2015 ci siamo comprati una bella casa in campagna (sì, in Svizzera ho trovato anche l’amore!) e mi considero perfettamente integrato. L’anno prossimo ho intenzione di chiedere la cittadinanza e credo proprio che rimarrò a lungo in questo paese, se non per sempre.


Qual’è il costo della vita?
In Svizzera, come tutti ben saprete, il costo della vita è, in valore assoluto, molto alto, oserei dire altissimo se paragonato ad altri paesi d’Europa. Altro discorso è se consideriamo il costo della vita in rapporto ai salari svizzeri. Beh, posso sicuramente affermare che in Svizzera, il potere d’acquisto è decisamente alto, e si vive molto bene. Le tasse sono circa il 20-25% dipendendo dai Cantoni e dai Comuni. Per l’assicurazione sanitaria si paga da un minimo di 200 franchi fino anche a 500 franchi e più secondo le coperture e i modelli assicurativi. Gli affitti variano moltissimo tra città e campagna e si va dai prezzi stratosferici per un bilocale in centro a Zurigo e Ginevra fino anche a 2500 franchi e oltre, agli 800-1000 per la stessa cosa in campagna. Va detto che un operaio semplice nella Svizzera tedesca guadagna in media 4000 franchi netti, ma la più parte degli impiegati guadagna in media 6000 e più franchi…


Quali sono le principali differenze con l’Italia?


Beh.. potrei scriverci un libro. Le differenze sono davvero tante. Nel mondo del lavoro direi abissali. Prima di tutto qua si viene pagati bene per tutti i lavori. Non esistono gli “working poors”. Se lavori a fine mese ci arrivi di sicuro. I contratti a tempo indeterminato sono la regola e non l’eccezione. La differenza più marcata che io noto e che secondo me è il sucesso della Svizzera, sono gli apprendistati che fanno i giovani.

Qui a 13-14 anni sei indirizzato dai professori o alla scuola professionale o al liceo. Quelli che vanno alle scuole professionali sono la maggioranza e tutti, devono imparare un mestiere. A 18 anni hanno tutti una qualifica in mano e sanno fare qualcosa e soprattutto iniziano a guadagnare prestissimo, già a 15-16 anni. Quelli che fanno il liceo, sono pochi quanto basta. Noi in Italia abbiamo schiere di avvocati, laureati in lettere, filosofia.. tutto bellissimo, ma poi la disoccupazione è quasi certa.


A livello sociale trovo la Svizzera un paese molto unito, a dispetto del plurilinguismo e della geografia che farebbero pensare altro. Gli Svizzeri sono in generale persone introverse e all’apparenza fredde. Non è semplicissimo farsi dei contatti, non lo nascondo. Tutti sono impegnatissimi, perchè parte della cultura svizzera è anche dedicarsi alla formazione. Molti dopo il lavoro frequentano corsi di specializzazione di ogni tipo e il tempo libero spesso scarseggia.


Cosa ti manca dell’Italia?


Finirò per scrivere le solite banalità, ma mi mancano i miei ricordi. Non riesco a vedere la famiglia quanto vorrei e ho perso i contatti con molti di quelli che consideravo amici. Mi manca molto la lunga estate al mare (essendo nato a Livorno), mi manca il sole e la luce della mia città.


A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?


Consiglio decisamente la Svizzera alle persone qualificate. Qui c’è un disperato bisogno di ingegneri, architetti, infermieri, medici, informatici etc.. e gli italiani istruiti sono davvero molto apprezzati. Non avrete problemi a trovare un lavoro se siete qualificati.
Va da sè che è essenziale parlare la lingua un minimo. Consiglio di venire qua con conoscenze linguistiche adeguate. Fa eccezione il Ticino.
Sconsiglio la Svizzera invece nel campo ristorazione e alberghi. Il mercato mi sembra saturo e non vi assumeranno se non parlate bene la lingua del cantone e l’inglese.

Leggi anche l’esperienza di Giovanni!

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