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Vivere in Andalusia: il racconto di Raffaella e Simone


Raffaella e Simone e la loro vita in Andalusia

Siamo in Andalusia, nell’estremo sud della Spagna. Ma potremmo essere tranquillamente in un paese arabo o del nord Africa, quando il vento soffia infuocato. Terra di confine e testimone di culture diverse l’Andalucia è il Mediterraneo nella sua essenza. I colori, la luce, i sapori sono tipici di questa parte del mondo, così ricca di storia e di tradizioni. E in Andalusia di tradizioni ce ne sono tantissime, ancora vive e vissute dai suoi abitanti. Città pregne di storia e località balneari bellissime e famose fanno di questa regione una meta turistica di prim’ordine. Ne parliamo con Raffaella e Simone che qui vivono e lavorano nel settore dell’ospitalità.

 

Ciao ragazzi, allora ci raccontate un po’ come e perché siete arrivati in Andalusia?

Ciao. Ad un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di confrontarci con una realtà diversa, sia dal punto di vista umano sia lavorativo, ed abbiamo immediatamente scelto l’Andalusia, che già conoscevamo, perché sembrava rispondere alle nostre esigenze. Abbiamo entrambi lavorato per molti anni nel campo del turismo e da poco abbiamo deciso di iniziare un’attività imprenditoriale nel settore dell’ospitalità prendendo in gestione un gruppo di appartamenti turistici a Nerja, www.apartamentoslatin.com, sulla Costa del Sol a 50 km da Malaga che aprirà i primi di aprile.

Raccontateci un po’ di alcune delle tradizioni più vive in questa meravigliosa terra.

L’Andalusia è una terra di tradizioni ricchissime e diversificate a causa delle differenti culture che l’hanno dominata nel corso dei secoli.

La tradizione che più colpisce è probabilmente rappresentata dalle ferias, feste popolari che ogni città organizza durante il periodo estivo durante le quali tutta la popolazione si dedica a festeggiamenti sfrenati tra canti e musiche popolari e corride con i migliori toreri in circolazione. Tra le più importanti spiccano quella di Siviglia per la tradizione e quella di Malaga per la dimensione gigantesca.

Un altro elemento fondamentale della cultura andalusa, questa volta di natura religiosa, sono le sfilate delle varie confraternite durante la Settimana Santa di Pasqua dove centinaia di persone portano sulle spalle pesantissimi troni lignei con delle raffigurazioni sacre. Sono davvero uno spettacolo imperdibile per chi ama questa tipologia di processione.

Granada, Siviglia e Cordoba. Queste, di solito, le città più gettonate dell’Andalusia. Cosa per voi, invece, è imperdibile?

Se si sta programmando un tour di tipo cuturale. effettivamente queste sono le tre mete più significative e direi imprescindibili. Tempo permettendo però ci sono altre località in Andalusia meno note che dovrebbero essere visitate. La prima è sicuramente Ronda, cittadina fortificata sui monti di Malaga è famosa per essere stata la culla della corrida moderna ed essere stata presente in numerosi libri di Ernest Hemingway. Ronda è tagliata a metà da un profondissimo canyon che la proteggeva dagli attacchi nemici ed offre panorami bellissimi sul paesaggio circostante. A Ronda si può unire la visita ad Antequera, interessante borgo dell’entroterra malagueño. Molto bello il triangolo tra Cadiz, Jerez de la Frontera e Arcos de la Frontera nell’Andalusia orientale sia per il turismo enogastronomico (sherry) sia per quello culturale. Infine, molto originale dal punto di vista paesaggistico il Deserto di Tabernas in provincia di Almeria.

Nel vostro bellissimo blog voi definite l’Andalusia una terra al confine tra Europa e Africa. In cosa si sente profumo d’Africa?

La dominazione araba in Andalusia è stata molto lunga, specialmente nella regione che va da Malaga a Granada. L’ architettura e lo sviluppo urbanistico delle città ne portano i segni evidenti ed i profumi e sapori che si trovano al mercato ricordano luoghi d’oltremare. Poi c’è il vento di Terral che sale direttamente dai deserti africani e di tanto in tanto arriva ad infuocare le già caldissime estati andaluse. Infine la vegetazione, i colori degli alberi di Jacaranda o delle Bouganville, le forme originali dei Baobab o dei Ficus Magnolia rimandano a mondi a noi molto distanti.

Il cibo fa parte integrante della cultura di questa terra. Raccontateci alcuni dei piatti più caratteristici. Sapete anche raccontarci la storia di questi piatti?

Vivendo a Malaga, il primo piatto che ci viene in mente è l’espeto di sardinas, uno spiedo di legno in cui vengono infilzate 6-7 sardine freschissime e che viene cotto sulle braci spesso direttamente sulla sabbia. Piatto tipico che rivela la vocazione marinara della città, l’espeto è un must che non può mancare sia per un aperitivo che in una cena. Se invece si pensa ai monti, allora immancabile è la carne di selvaggina dell’Alpujarra. In generale nella cucina andalusa è sempre molto presente la carne di maiale, cucinata con ricette semplici e gustose di origine contadina.

In cosa l’Andalusia vi sembra un altro mondo rispetto a dove vivevate prima?

L’Andalusia è lontanissima dal mondo in cui vivevamo prima per molti aspetti. Primo tra tutti il clima: temperatura media annuale di 20 gradi, niente umidità, poche precipitazioni, figuratevi che nelle case qui non esiste il riscaldamento! E poi la luce, la sua intensità, che è davvero molto più forte che in Italia, per non parlare della durata delle giornate: qui in estate fa chiaro alle 8 e diventa buio alle 22.30. Secondo noi è proprio grazie a questo clima che qui le persone vivono molto all’aperto, popolano le strade e le animano con le loro voci. E poi un altro importante aspetto è l’accessibilità dell’Andalusia. Nonostante non si trovi in una zona centrale dell’Europa è collegata, grazie all’aeroporto di Malaga e alle compagnie low cost che vi volano, con tantissime destinazioni, per cui ogni volta che vuoi viaggiare lo puoi fare in modo facile ed economico.

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Terra ricca di tradizioni molto radicate l’Andalusia non è però priva di elementi di innovazione. Pensate che questi contrasti siano un punto di forza per questa terra?

Ad essere sinceri, innovazione non è proprio un termine che associamo facilmente all’Andalusia. Molto spesso la gente ha ancora un rapporto “arcaico” con la tecnologia. Certo, abbiamo aeroporti supermoderni (Malaga) e treni ad alta velocità che ci collegano in due ore a Madrid, ma non basta questo: l’Andalusia rimane ancora terra di tradizioni radicate.

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Malaga, Marbella, Puerto Banus ormai sono invase dai turisti. Ci sono ancora posti non troppo frequentati dal turismo di massa?

Siamo assolutamente d’accordo: le località che hai citato (aggiungerei Torremolinos che probabilmente è il caso peggiore) non incontrano proprio i nostri favori a causa del turismo di massa e della relativa cementificazione dei litorali. La costa andalusa però è estremamente estesa e ci sono luoghi bellissimi dove passare le proprie vacanze. Noi da turisti abbiamo sempre privilegiato Nerja in provincia di Malaga perché unisce una costa splendida con una cittadina molto graziosa che ha saputo mantenere la propria tipicità ed è per questo che l’abbiamo scelta per i nostri appartamenti. Per chi preferisce litorali ancora più selvaggi sicuramente Cabo de Gata, Bolonia e Tarifa sono luoghi da tenere in considerazione.

La corrida continua ad essere molto seguita in questa regione?

La corrida in Andalusia è estremamente seguita, d’altronde tra Siviglia e Ronda è stata creata la corrida moderna, qui sono nati toreri di straordinario talento e sempre qui hanno sede alcune delle ganaderias(allevamenti) più rinomate.

Come si può intuire non siamo insensibili al fascino delle corride anzi nei limiti del possibile abbiamo studiato la storia e le caratteristiche di questa espressione artistica che è davvero rappresentativa della regione e in occasione della feria estiva ci rechiamo alla plaza de toros (quando si riescono a trovare i biglietti!).

La bellezza, la storia, il clima, il cibo, tutto fa di questa terra un posto davvero particolare. Ci sarà qualche difetto. Quale?

Difetti ce ne sono sicuramente, in primo luogo la regione è caratterizzata da un certo immobilismo economico e da una assoluta mancanza di iniziativa, conseguentemente il livello di disoccupazione è estremamente alto specialmente tra i giovani. L’altro elemento che salta agli occhi è dato dagli scempi ambientali che caratterizzano alcuni tratti della costa, di cui abbiamo già parlato prima, per fortuna recentemente sembra esserci una inversione di tendenza ed una maggiore attenzione per la preservazione dei territori ancora intatti.

L’aspetto umano che vi ha più favorevolmente colpito?

La costante voglia di vivere in comunità e di condividere le esperienze con gli altri anche in una città dalle dimensioni notevoli come Malaga, tutto questo porta naturalmente ad un senso di solidarietà piuttosto spiccato, che purtroppo in Italia sembra stia scomparendo. Aggiungerei un senso civico piuttosto alto, nonostante i luoghi comuni sugli spagnoli.

Quando vi siete trasferiti quali difficoltà pratiche avete dovuto affrontare?

Siamo abituati ai trasferimenti quindi l’unico ostacolo davvero significativo è stata la lingua visto che nessuno dei due parlava spagnolo.

Come sono cambiati i vostri ritmi da quando vivete qui?

I ritmi non sono cambiati molto, ciò che è cambiato sono gli orari in cui è suddivisa la giornata, perché si mangia molto più tardi, specialmente a cena e quindi è necessario modificare le proprie abitudini.

Voi come vi sentite cambiati rispetto a quando stavate in Italia?

Non ci sentiamo particolarmente cambiati.

Come la vedete l’Italia da li?

Tocchi un tasto dolente, da qui l’Italia non sembra godere di buona salute e lo diciamo con molto dispiacere perché come per quasi tutti gli italiani che vivono all’estero con la lontananza cresce anche il senso di appartenenza e di affetto nei confronti della propria nazione. Tra l’altro qui in Spagna televisioni e giornali dedicano molto più spazio alla politica estera e come puoi immaginare in questo ultimo periodo l’opinione generale che si ha dell’Italia è ai minimi storici.

Questo il blog di Raffaella e Simone:

http://andalusiaistruzioniperluso.wordpress.com

 

 

FONTE

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