Tra Buda e Pest nasce una piccola Little Italy, lentamente sta conquistando il cuore della capitale dell’Ungheria. Bar con bandiere tricolori hanno cominciato a far posto a piccole e medie imprese a guida italiana (sono circa 1800 in Italia).
Il quartiere Little Italy in realtà non esiste, ma è una metaora per dire che il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni. In tutta l’Ungheria, ad ora, le aziende italiani sono circa 2800 e il 62% si trovano a Bucarest. Solo nel 2018 sono nate 50 aziende di italiani, anche se è ancora presto per capire se si tratti di un caso o di un vero e proprio trend in crescita.
Gli imprenditori italiani in Ungheria provengono maggiormente dal Nord Est, e hanno cominciato a mettere radici già dal 1992. Sono ovviamente tutti attratti dalla bassa iposizione fiscale sulle società, ora al 9%, poi si associa un’imposta locale assimilabile all’Irap (circa il 2%), infine un Irpef al 15%. La Flat Tax è al 9% e vale per tutti, piccoli e grandi imprenditori.
Il settore trainante è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, che conta in tutto 1.066 imprese. Seguono poi le attività immobiliari (435), manifatturiere (336) e professionali (291).
Le imprese con oltre 250 dipendenti sono solo lo 0,5% del totale, una riproduzione quasi perfetta di quanto avviene in terra italiana. Tra i marchi italiani noti troviamo Calzedonia, Fiat, Ferrero, Selex e Prysmian.
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