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Truffe case Tenerife, Canarie, intervista a chi ha perso tutto !

Truffe Tenerife, Canarie: Il signor Pierpaolo Maina apre le porte del suo camper con una dignità che nessun balordo gli può portare via. Nemmeno chi, tre anni fa, ha approfittato della sua buona fede per succhiargli i risparmi di una vita, costringendolo a lasciare la sua Piossasco e a trasferirsi nel retro della parrocchia di Sant’Agostino, a Loano, dove un cancello blu nasconde la sua modesta dimora con le ruote. C’è anche lui tra quei proprietari di immobili a Tenerife truffati da finti agenti immobiliari che, dopo averli convinti a vendere le proprie case inscenando trattative e affari mai conclusi, li convincevano a versare ulteriori somme per sbloccare gli iter di vendita che, in un modo o nell’altro, incontravano sempre strani intoppi.




In questo modo, il signor Maina ha perso una somma che si aggira attorno ai 700.000 euro e oggi, all’età di 74 anni, invece di godersi i frutti del suo lavoro vive accampato dietro una chiesa. «Avevo una piccola azienda ad Avigliana specializzata in automatismi per macchine utensili – racconta – Gli affari andavano bene, avevo accumulato un tesoretto che avrebbe permesso a me e mia moglie di vivere più che dignitosamente e di goderci la vecchiaia. E invece ho incontrato quelli là e ora sono ridotto a vivere della mia piccola pensione. Menomale che c’è don Renato che ci aiuta».

Maina ha investito i suoi soldi in una multiproprietà a Tenerife per aiutare la sorella che, poi, è stata contattata da Emanuele Galassi, la mente dell’organizzazione truffaldina, che, cambiando in continuazioni nomi e scuse per succhiare altro denaro, lo ha praticamente ridotto sul lastrico. «Chiedevano sempre soldi e non sapevano mai spiegare bene il perché. Inventavano intoppi burocratici di ogni tipo, e così continuavano a intascarsi tutti i miei risparmi. Per fortuna che c’è chi ha denunciato. Spero che riescano a pignorare almeno qualche bene e a restituirci una parte dei nostri soldi. Non che mi aspetti più niente, ma almeno un piccolo risarcimento. Cosa devo fare, mettermi a sparare? Devo essere paziente, non ho scelta. E sperare».

 

 

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