Antonio, giovane ragazzo trentenne italiano nonché mio ex compagno di classe del Liceo a Roma, ha rilevato un ristorante nella bellissima Tarifa (Andalusia). L’ho voluto intervistare per raccontarci di come da Roma, poi Milano sia arrivato fino alla punta più a Sud di tutta l’Europa.
Cominciamo….
1) Antonio raccontaci un po di te e delle tue origini e dove sei cresciuto
Nato a Milano nel 1984, poi a 5 anni mi sono trasferito a Roma con la mia famiglia fino ai 18, dopodichè siamo ritornati. Mamma è siriana mentre papà è italiano.
Sono rimasto a Milano per 11 anni, dove ho studiato e soprattutto lavorato, poi ho deciso di cambiare aria
2) So che a Milano lavoravi in banca prima di partire, cosa ti ha spinto a partire ?
Ho fatto molti lavori durante il periodo milanese. Ho iniziato come installatore di pareti e controsoffitti in cartongesso per 3 anni, poi mi sono dedicato per qualche anno alla politica e al mondo delle associazioni musicali e culturali. Successivamente per interesse sono finito per gestire delle operazioni bancarie per una società outsourcing che lavora per una banca. Volendo approfondire ulteriormente il settore mi sono trovato quasi a fare il promotore finanziario per una nota banca. Ed è lì che ho pensato se il mio percorso stava proseguendo nella giusta direzione. A farmi partire è stato l’inquinamento, sia ambientale che culturale. Le grandi città tendono troppo ad accontentare colossi aziendali finendo col drogare la popolazione. Smog, prodotti confezionati,spot elettorali e speculazioni finanziare sono un esempio. E’ un sistema che funziona solo per pochi.
3) Perché hai scelto proprio la Spagna e in particolare Tarifa ?
Inizialmente decisi di trasferirmi in Siria ma qualcuno, per ovvie ragioni geopolitiche, mi ha sbarrato la strada con questa inutile guerra. Quindi la scelta è stata Tarifa, il punto più basso dell’europa, a 15 km dal continente africano dove è ancora radicata una forte tradizione araba. Qui è tutta zona a riserva naturale, c’è poco smog e molto surf.
4) Cosa ne pensa la tua famiglia della tua scelta ?
Pensano che hanno un motivo in più per viaggiare e sono contenti della mia scelta.Di rado hanno ostacolato le mie decisioni
5) Quanto è importante conoscere la lingua spagnola per vivere e lavorare in Spagna ?
Molto, soprattutto in città come questa dove si parla un dialetto molto stretto. Sarà pure simile lo spagnolo all’italiano ma comunque riamane un’altra lingua da imparare se si vuole creare qualcosa di concreto
6) Quali sono secondo te gli aspetti positivi e negativi in confronto all’Italia ?
C’è una pressione fiscale meno pesante e la burocrazia è molto più snella rispetto a quella che conosciamo noi. Per il resto i due popoli si assomigliano molto
7) C’è qualcosa che ti manca dell’Italia ?
A volte ripenso alle cene con gli amici o ai ritrovi in famiglia
8) Cosa consiglieresti a chi vorrebbe seguire i tuoi passi ?
Gli direi di portarsi dietro tutto ciò che di buono è riuscito a fare fino a quel momento e di imparare dalle esperienze negative passate.
Grazie mille Antonio per il tempo che ci hai concesso, ci auguriamo che i tuoi progetti vadano a gonfie vele. Tienici aggiornati!