Il famoso test PCR è da sempre oggetto di discussione come strumento diagnostico, ora la Svezia ne dà ulteriore conferma. Su quanto riguarda i tamponi già l’OMS si è espressa a gennaio 2021 dicendo che non vanno utilizzati come strumento diagnostico ma finora non c’era mai stata alcuna autorità sanitaria nazionale che li mettesse in discussione.
La Svezia, tramite una nota sul sito dell’agenzia svedese per la sanità pubblica, ha dichiarato quanto segue: ”
L’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha sviluppato criteri nazionali per valutare l’assenza di infezioni nel covid-19.
La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario e quindi questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno. L’RNA dei virus può spesso essere rilevato per settimane (a volte mesi) dopo la malattia, ma non significa che sei ancora contagioso. Esistono anche diversi studi scientifici che suggeriscono che l’infettività di covid-19 è massima all’inizio del periodo della malattia.
I criteri raccomandati per valutare l’assenza di infezioni si basano quindi su un miglioramento clinico stabile con assenza di febbre per almeno due giorni e che siano trascorsi almeno sette giorni dall’insorgenza dei sintomi. Per coloro che hanno avuto sintomi più pronunciati, almeno 14 giorni dopo la malattia e per i più ammalati, valutazione individuale da parte del medico curante.
Si tratta di una vera e propria bomba politica, non medica. In quanto la medicina su quest’aspetto non ha mai avuto dubbi, ma come sappiamo il mondo attualmente è governato da plutocrati che grazie ai mass media dettano la linea da seguire. Ancora una volta la Svezia si fa notare per la sua indipendenza rispetto alle altre nazioni europee, ponendo le basi di un dibattito sulla questione ai massimi livelli (speriamo).