Si chiama Raffaele Bonadio e si è trasferito in Irlanda, ha 34 anni e si è laureato in fisica a Pisa. Il suo primo lavoro lo ebbe a Milano come consulente informatico: “Obbligato agli straordinari anche se non c’era niente da fare”. Sceglie così di fare il dottorato e post-doc mandando decine di domande ma gli rispondono solo dall’estero. Così sceglie Dublino: “Oggi vedo le difficoltà dei miei colleghi in Italia. Anni fa credevo fosse solo uno stereotipo”.
Simone, un sismologo in Irlanda
“Faccio il sismologo in un Paese a sismicità quasi zero, mentre l’Italia, periodicamente soggetta a terremoti, ha centri eccellenti e pochissimi fondi” ha raccontato Simone al Fattoquotidiano. Si definisce un radiologo della terra: nato in calabria, laureato a in Toscana, ora sta concludendo il dottorato in sismologia a Dublino dove rimarrà anche per il post-doc. I suoi colleghi nel nostro Paese hanno contratti non terminati, ricerche abbandonate per mancanza di fondi, baroni, etc.
A Milano lavorava in un’azienda come consulente informatico, insieme a lui lavoravano laureati in matematica e informatica ma un unico comune denominatore: un contratto da metalmeccanico. “Eravamo invitati a lavorare oltre l’orario anche se non c’era nulla da fare, solo per mostrare al cliente che facevamo gli straordinari” ha raccontato.
!Qui in Iralnda faccio quello che mi piace, mi diverto. Ho ricevuto anche un’offerta di lavoro che non si può rifiutare: ho accettato sia per i benefit economici, che per la felicità sul posto di lavoro, qui faccio quello che mi piace, mi diverto”. Altre opportunità si sarebbero aperte – racconta Simone – in Germania, Portogallo, Australia, Stati Uniti, Austria, Olanda. Anche stavolta, dall’Italia, nulla: “Ho cercato e continuo a cercare posizioni aperte in Italia, ma non riesco a trovarne. Dispiace”.