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Prof in Inghilterra. “Qui niente graduatorie e in classe gli allievi sono coinvolti in attività pratiche. In Italia invece parla il docente”

Prof in Inghilterra. “Qui niente graduatorie e in classe gli allievi sono coinvolti in attività pratiche. In Italia invece parla il docente”

Dopo l’Erasmus in Spagna Gianluca decide di puntare all’Inghilterra, la prima meta nel 2006 è Swansea (nel sud del Galles). Vince un bando del ministero per insegnare italiano nelle scuole. “Eravamo 15 persone in tutta Italia, non riuscivo a credere che avessero scelto me” da raccontato.

 

Fare l’insegnante in Inghilterra

 

E’ qui che conosce quella che poi diventerà sua moglie. L’anno dopo si trasferisce a Portsmouth, dove frequenta la scuola di specializzazione all’insegnamento secondario. Gianluca lo ha raccontato come il periodo più difficile da quando si è trasferito in Inghilterra, ma che però gli è servito molto per imparare. Insegnava e studiava allo stesso tempo. E’ qui che Gianluca scopre un sistema educativo del tuto diverso da quello italiano: di solito in italiano l’insegnante parla e gli studenti ascoltano. In Gran Bretagna, invece, l’insegnante parla poco ma coinvolge gli studenti in attività pratiche e laboratori.

Finito il periodo di formazione comincia subito a lavorare: “Non c’è nessuna graduatoria in cui essere inseriti. Si fanno colloqui, si mandano cv, e si comincia con un periodo di prova. I tempi possono anche essere molto rapidi. Ho capito qui cos’è la meritocrazia

Nel corso degli anni si sposta molto, alla fine si ferma a Bracknell, nella contea del Berkshire, dove compra una casa insieme alla moglie. Raggiunta la stabilità economica a soli 27 anni si è comprato casa a 30.

Gianluca insegna Francese e spagnolo, mentre l’italiano non è molto studiato dalle sue parti e aggiunge: “Mi costerebbe fatica: ne sono geloso, è come se volessi tenerlo per me”.

Il suo pensiero costante rimane il suo paese di origine, Conflenti, in provincia di Catanzaro. “È un pensiero continuo. Mi manca e mi mancherà sempre. Ci torno in agosto ed è sempre bello, ma a volte rimango perplesso, mi chiedo se sia davvero ancora il mio paese. Dopo tanti anni fuori capita di sentirsi un po’ stranieri. Ma rimane un luogo di cui sono molto orgoglioso”.

Infine Gianluca conclude con una nota un po’ amare: “In un mondo ideale, forse, sarei dovuto tornare, per cambiare le cose in Italia. Ma mia moglie, i miei figli e il mio lavoro sono qui”.

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