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New York, Alice fa la ragazza alla pari: ecco come si vive nella grande mela

Oggi abbiamo ricevuto un’altra bellissima storia (tramite il nostro MODULO), quella di Alice che è partita per New York per fare la ragazza alla pari. Un’esperienza fantastica stando alle sue parole, e noi vogliamo rendervi partecipi facendovela leggere!

Alice a New York come ragazza alla pari

Nome e Cognome
Alice Obiso


Nazione di residenza
Stati Uniti d’America


Vuoi che sia utilizzato il tuo vero nome o uno pseudonimo?
Vero Nome


Perché ti sei trasferito/a? Raccontaci il tuo inizio
Mi chiamo Alice e ho 22 anni. Provengo da un pease sul Lago di Garda e piu’ di un anno fa ho deciso di partire per gli Stati Uniti. Mi sono trasferita qui come ragazza alla Pari. Molta gente non sa chi siamo e cosa facciamo. Credono che sia solo fare la baby sitter. In parte e’ vero, questa e’ la nostra mansione principale, ma vi diro’ la verita’: c’e’ molto altro dietro. Crescita personale, sfide giornaliere,viaggi,luoghi indimenticabili,persone meravigliose..


Voglio definire le Au Pairs come ragazze coraggiose provenienti da ogni parte del globo, che decidono di vivere con una famiglia americana per la durata di un anno (con possibile estensione), occupandosi dei bambini della stessa e seguire corsi a proprio piacere all’universita’. Una grande opportunità per sperimentare la vita in USA in prima persona.
Ho sempre avuto quello che viene definito il “sogno Americano” e lo sto realizzando ogni giorno vivendo in questa città.
Quello che mi ha spinta a partire e’ stata una grande voglia di mettermi alla prova, per capire chi sono e le mie possibilità. Ma anche tanta, tanta curiosità. E’ stata una scelta che mi ha cambiato la vita e per la quale sarò sempre grata.


Come sono stati i primi mesi all’estero?
E’ una sensazione strana, però mi sono sempre sentita a casa. Io credo che essendo stati un po’ abituati a crescere con la cultura americana tramite la televisione,le serie tv ecc., quando vieni qui per la prima volta, e’ come se in realtà tu ci fossi già stato. Assurdo vero?
Tuttavia quel 26 Novembre 2017, nell’arco di circa 9 ore mi sono catapultata dall’altra parte del mondo e sì lo ammetto, per quanto meraviglioso sia stato l’impatto, è stato altrettanto forte. Ad esempio, la prima volta che ho visitato Time Square ero completamente spaesata. Non ero abituata a tutta quella massa di gente camminare per le strade, i grattacieli altissimi e quelle luci sfavillanti. Io,abituata a vivere in un piccolo paesino.


Era tutto completamente nuovo. Mi sembra ancora assurdo di come fossi abituata a vedere tutto ciò in un film e ora di avere la fortuna di viverci.
Non ho mai avuto particolari problemi di adattamento , sicuramente perché non è una cultura poi così diversa dalla nostra, anzi. Inoltre e’ stata una mia decisione andare via dall’Italia, non mi ha mai obbligata nessuno. Sono sempre stata sicura della mia decisione sin dal primo momento e sono convinta che questo aiuti tanto nel processo di ambientamento. Ho tante speranze e sogni nel cuore che grazie a questa citta’, con le opportunità che offre, sto realizzando poco a poco.


Posso definire gli americani gentili e socievoli. Sempre di fretta e forse talvolta falsucci. Per quanto riguarda la lingua, sono partita dall’Italia con una buona base di inglese, oltre gli studi a scuola l’ho sempre approfondita per i fatti miei. Per personale interesse.
A distanza di un anno mi reputo fiera dei progressi che ho fatto e mi sento di dire che la scuola è utile fino ad un certo punto. Secondo me l’unico modo per imparare una lingua è vivere sul posto. Ti devi sforzare tanto ed è l’unica soluzione se vuoi farti capire dalle persone. Quindi munitevi di tanta pazienza, girate per i supermercati, fate la spesa, leggete il giornale, cominciate con le piccole cose. O se siete ragazze alla pari come me, imparate insieme ai vostri bambini quando li aiutate a fare i compiti o quando leggete loro i libri.


Mi ricordo che inizialmente avevo difficoltà nel capire come parlassero gli Afroamericani. Voglio dire, e’ inglese ovviamente, ma usano molto lo “slang” oppure mischiano l’inglese con il loro accento d’origine.
Oggi posso averci una conversazione senza bloccarli in continuazione chiedendogli cosa stiano dicendo.
Quando iniziai ad esplorare Manhattan, prendevo pochissime volte la Subway (metropolitana) perchè onestamente non ci capivo niente di come funzionasse e avevo timore di perdermi o di sbagliare fermata.
Poi ho cominciato a buttarmi e provare e riprovare finchè non ho capito come spostarmi da una parte all’altra della citta’.


Qual’è il costo della vita?
New York e’ estramemente cara. E’ la seconda citta’ piu’ cara negli Stati Uniti dopo San Francisco. Credo che questo riguardi ogni grande citta’ nella quale si vuole vivere. Dipende dalla propria disponibilità economico finanziaria. In ogni caso gli affitti qui sono molto alti. Cambiano anche in base alla zona. Variano dai 700$ per una stanza/catapecchia in su. Basti fare una ricerca su internet per rendersene conto.
Vivendo in casa con la mia famiglia ospitante non mi sento di dare informazioni aggiuntive che potrebbero essere errate.


Questa è uno dei pro di essere Au pair, non pagare nessun tipo di spese che riguardano affitto, luce, gas ecc. Il nostro programma prevede vitto e alloggio spesato interamente dalla famiglia che ci ospita.
E’ sicuramente abbastanza caro fare la spesa. Soprattutto per cibi freschi come la verdura. Da questo si può intuire il perchè dell’alto tasso di obesita’ negli Stati Uniti. Meglio un panino da Burger king da pochi dollari che una sana ma costosa insalata no?


Inoltre, come ben sappiamo, non hanno (quasi) per niente la cultura del cibo, quello buono. I Newyorkesi, essendo sempre molto di fretta, prediligono pasti veloci e quasi mai trascorrono il loro tempo a cucinare.
New York forse vi farà passare la voglia di fumare. Un pacchetto di sigarette varia dai 10 ai 18 dollari. Sembrerà assurdo, ma anche qui il costo cambia da zona a zona.
Avete bisogno di un medicinale ma non avete la ricetta? Nessun problema. Basti entrare in un CVS e troverete tutti i tipi di aspirina, antidolorifici e chi più nè ha più nè metta di diverse marche e tipi.
Se farete un giro in un supermercato, ve ne renderete conto. Per quasi ogni singola cosa, potete trovate interi scaffali chilometrici dove avrete la possibilità di scegliere quello che vi pare, per prezzo, marca,gusto ecc. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.


L’America è un grande Paese e quindi di conseguenza è tutto estramamente più grande. Le macchine, i negozi, gli edifici, i centri commerciali. Il consumismo e lo spreco abbondano.
Negli Stati Uniti esiste la mancia obbligatoria. Quando vi verrà portato il conto al tavolo troverete due voci aggiuntive: tasse e tip (mancia).
L’acqua è gratuita al ristorante, al bar o in un cafè. Vi verrà sempre portato il bicchiere e riempito quando sarà vuoto.
Volete mangiare un buona pizza italiana a New York? E perchè no, anche una birra? Sappiate però che il vostro conto sarà intorno ai 30 dollari! Eh si.


Quali sono le principali differenze con l’Italia?
Lo stile di vita qui è molto veloce, attivo. Avete presente quando si dice che New York è la città che non dorme mai? Ecco, da quando vivo qua riesco a capire perfettamente cosa questo voglia dire. C’è sempre gente in giro, a qualsiasi ora del giorno.
Alcune volte mi ritrovo ad andare in giro per la città a tarda notte,magari dopo la fine di una serata e non ho mai avuto nessun timore. Non mi sono mai sentita sola o spaventata. Certo, magari non camminare da solo/a alle 3 di notte nel Bronx. Te lo sconsiglio vivamente. E’ una città abbastanza sicura.
In Italia invece tendiamo a rilassarci, a vivere la vita con più leggerezza. Insomma, ce la godiamo un pò di più. E vi dirò che è proprio per questo che ci invidiano. Qui si vive per lavorare.


La sanità è uno dei problemi principali che riguarda gli Stati Uniti. Purtroppo non tutti ne godono. Diciamo che se hai un lavoro, parte di essa viene pagata dalla tua azienda. Le leggi riguardo la sanità sono sempre in continuo cambiamento.


Tanto per darvi un’idea,qualche mese dopo essere arrivata mi sono rotta completamente un dente.
Ho visitato diverse cliniche e i prezzi variavano dai 6 ai 9 mila dollari per una corona! E la mia assicurazione avrebbe coperto solo la visita. Pazzesco.


Cosa ti manca dell’Italia?
A parte la mia famiglia e il gatto ovviamente, mi manca il cibo, l’aperitivo con gli amici, il mare. Sedere sul mio pontile in riva al Lago e contemplare la mia vita.


A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?
Consiglio New York, gli Stati Uniti e in generale questa esperienza alle persone intraprendenti, attive, dinamiche e che vogliono mettersi alla prova dando il cento per cento.
Una cosa fondamentale a mio parere e’ quella di chiedere a se stessi se questo e’ ciò che si vuole realmente, ma soprattutto se si e’ pronti.
Lasciare mamma e papa’, la pasta al pomodoro, le lasagne della nonna, tutta la tua vita e affrontare le difficoltà in un paese straniero senza nessuno. Ti potrai sentire solo, spaesato, non capito o abbandonato.
Ma sara’ proprio li’ il bello, capire cosa sei in grado di fare con l’aiuto di te stesso.
Voglio raccontare un aneddoto di quando sono partita per un viaggio “on the road” con una mia amica nella West coast.
Siamo state incidentate da una renna che un giorno ha deciso di porre fine alla sua esistenza schiantandosi sulla macchina che avevamo affittato.
Ora, immaginate di trovarvi dall’altra parte del mondo, in una strada sperduta in Arizona, con nemmeno un alito di vita umana, con il telefono che non prende in un tardo pomeriggio di Aprile.
Una disavventura nell’avventura. Mi sono resa conto di aver affrontato una situazione abbastanza ardua e di essermela saputa cavare in qualche modo. (Se ci penso mi viene da ridere). E lì scopri delle capacita’ dentro di te che probabilmente nemmeno sapevi di avere. Mantenere la calma e i nervi saldi, ad esempio.
Per quanto bello, difficile possa essere vivere all’estero, sono convinta che sia una grande opportunità di vita che bisogna provare.
Ho fatto delle esperienze incredibili che mi hanno portata ad essere le persona che sono oggi, più matura, capace di cavarsela da sola, coraggiosa, indipendente e ancora più pazza di prima. Mi sento fortunata e grata per tutto quello che ho.
Magari non tornerai a casa con il portafoglio pieno di soldi, ma sarai ricco al tuo interno con un bagaglio pieno di esperienze e storie da raccontare.

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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