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Italiano a 25 anni professore a Bristol: “La mia svolta? un cartellone pubblicitario”

Si chiama Antonio Moraca, è laureato alla Federico II di Napoli, e da quattro anni insegna latino e italiano a Bristol. “Veniamo osservati, ci sono dei risultati e obiettivi da raggiungere. Quando ero alle superiori avrei voluto che qualcuno controllasse come i professori facevano il loro lavoro”.

 

Fare il professore a Bristol

 

Quanto tempo ci vuole in Inghilterra per fare il primo passo verso l’insegnamento? Appena 25 minuti. Antonio ormai sono 5 anni che vive a Bristol: “Non dico che sia stato facile – racconta – ho dovuto studiare per la prova di ingresso, frequentare per dieci mesi il corso per l’abilitazione, fare il tirocinio, i colloqui. Ma dal punto di vista burocratico è stato tutto estremamente semplice. E potevo contare sulle borse di studio del governo per le spese e il mantenimento”.

All’inizio, dopo la laurea, Antonio si domandava quale fosse per lui la via migliore in Italia per l’insegnamento e così si è barcamenato nella burocrazia nostrana senza però ottenere alcun risultato. Un giorno, in autobus, guardando fuori dal finestrino lesse un spot pubblicitario: “Get into teaching, your first step towards an amazing and fulfilling career” ovvero: Entra nell’insegnamento, il primo passo verso una straordinaria carriera.

Dopo una breve ricerca sullo smartphone si è accorto che c’era una sezione dedicata sul sito del ministero dell’istruzione inglese dove un video spiegava come inoltrare la domanda. Ebbene, entro 25 minuti Antonio aveva già mandato il suo CV seguendo le istruzioni. Dopo due settimane la University of West of England lo convoca per un colloquio e una prova attitudinale per l’insegnamento di italiano e francese. La prova è stata complicata ma non impossibile, una volta superata ad Antonio è stato offerto un posto di lavoro per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. Il governo, per quel posto, lo pagava fino a 20mila sterline l’anno. Soldi che gli sarebbero serviti per mantenersi durante il tirocinio.

Ora Antonio è stato assunto ma con la Brexit, dice, il cambiamento è vicino per tutti: già il cambio di valore della sterlina ha impattato molto…passando da 1,45 euro a 1,13 di ora.

“La cosa che mi preme sottolineare è che sono arrivato a Bristol per la prima volta a febbraio 2014, a settembre 2015 ho firmato un contratto a tempo indeterminato“. Il paragone con il sistema italiano è inevitabile: “Entrare nel sistema italiano è così complicato che non lo auguro a nessuno: concorsi su concorsi, esami integrativi, scorrimenti. Senza sapere in che angolo del Paese finirai, in Veneto o in Sicilia. Qui le scuole pubblicano ogni anno i posti che si liberano man mano, così ogni professore può controllarli e mandare una candidatura per quelli che ritiene interessanti, accompagnandola con due lettere di referenze”.

Antonio testimonia la grande presenza di italiani negli istituti d’oltremanica, soprattutto nei laboratori di ricerca: “A volte, da quanti connazionali vedo negli atenei britannici, penso che la ricerca in Inghilterra si regga sulle spalle degli italiani. Ovviamente è un’iperbole, ma sono moltissimi: mi trovavo in Cornovoglia pochi giorni fa con amici, e un dottorando di Sheffield mi ha detto che nel suo dipartimento sono quasi tutti italiani. Ed è comprensibile, perché i soldi spesi fuori per la ricerca sono veramente tanti, com’è giusto che sia se si vuole rimanere sempre aggiornati e competitivi.

 

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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