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Italiani emigrati alle isole Canarie: sogni e delusioni – intervista

Ultimamente si sente parlare spesso di italiani emigrati alle Isole Canarie, un paradiso terrestre dove è sempre Primavera. Un paradiso fiscale che a quanto sembra offre molto più lavoro rispetto al nostro bel Paese. Incuriosita, ho voluto intervistare una coppia di giovani italiani che vivono a Fuerteventura da sette mesi: Manu e Michi mi hanno raccontato la loro storia, facendo un’analisi lucidissima della situazione economica e sociale della vita alle Canarie, sottolineando che non è tutto oro quel che luccica. Pieni di speranze e stanchi della situazione di stallo che si vive in Italia, hanno fatto le valigie e son partiti convinti di trovare una realtà completamente diversa. A causa della numerosa presenza di connazionali, si sono accorti presto che lo spirito italiano, con le vecchie brutte abitudini, si trova anche qui. Non importa dove vai e quanta voglia abbia di cambiare le cose, se prima non cambi te stesso.

Come mai avete deciso di trasferirvi a Corralejo?
Prima di venir a vivere qui avevo letto blog di italiani espatriati anni prima e tra stupore e compiacimento, leggevo di famiglie finalmente felici, scappate dalla madre patria che ormai non offriva più niente se non un governo corrotto e troppe tasse – inizia a raccontare Manu – Poi una volta venuta qui ed ho vissuto l’isola mi sono resa conto sulla mia pelle che non è tutto oro quello che luccica! Le Canarie ora come ora sono una mèta molto ambita dagli Italiani. Il giusto compromesso tra qualità e costo della vita, dove se riesci a trovare un lavoro ti è sufficiente per pagare le spese di casa (affitto,acqua, luce) e avere la possibilità di andar a mangiare fuori o fare qualche gita fuori porta. Cosa che ormai in Italia ,vista la pressione fiscale alle stelle, non è più possibile. Le Canarie sono isole a statuto speciale, dove la benzina costa 1 euro, l’iva è al 7%, grazie al bellissimo clima i riscaldamenti non ci sono e di conseguenza è una spesa in meno da sostenere. È primavera tutto l’anno e ci sono una marea di turisti (europei e non) assetati di belle spiagge che ogni settimana riempiono i voli Ryanair per venire alle ‘Seychelles low-coast’. Cosa volere di più dalla vita?

E poi cosa è successo?
Quello che non sapevo era il rovescio della medaglia. Noi viviamo a Fuerteventura, più precisamente a Corralejo, una delle città più cool dell’isola, piena di locali, ristoranti, gente di tutte le età. Spesso la definisco la ‘Rimini’ di Fuerte! Qui gli italiani ormai sono la metà della popolazione (circa 6000 su 15000), nelle strade si parla italiano, nei locali idem, anche perché la maggior parte sono di proprietà di italiani. A distanza di 7 mesi – afferma –  se sento parlare uno spagnolo ancora mi emoziono, tanto non sono abituata! Imparare la lingua è una mission impossible, serve giusto al supermercato e agli uffici pubblici. Spesso gli amici in italia mi chiedono “Ma ti rendi conto che sei andata a vivere all’estero? Che effetto ti fa?”. Io sinceramente credo di essere ancora in Italia e di aver cambiato solamente regione, una splendida regione non c’è dubbio! Il brutto purtroppo è che una buona percentuale degli italiani che vivono qui, non l’hanno fatto per scelta ma sono stati spinti da debiti, Equitalia alle calcagne o sono semplicemente fuggiti dopo l’ennesima truffa ai danni di qualcuno. La cosa peggiore è che non vengono per ricominciare una nuova vita e ripartire onestamente, ma continuano a fare truffe anche qui, spesso e volentieri a spese di altri italiani ignari o novelli.

Come sono gli italiani a Fuerteventura?
Gli italiani qui sono quelli che ti affittano case e locali non loro, che aprono un’attività e dopo 5 giorni la mettono in vendita a 50mila euro di gestione – prosegue Manu con delusione – Sono quelli che prima di andarsene dalla casa dove erano in affitto, oltre a non aver pagato le ultime mensilità, si vendono i mobili non loro! Questa purtroppo è la dura realtà. In mezzo a questi c’è gente onesta, venuta qui con la migliore delle intenzioni, per fare un’esperienza nuova, per cambiare e non solo per farsi spulciare dalle tasse.

E il lavoro?
Siamo scappati dall’Italia dove dopo anni di lavoro a progetto mi trovavo a prendere 600 euro per gestire da cima a fondo un centro medico, dal quale sono stata mandata via a malo modo per aver chiesto di esser messa in regola a tempo determinato. Michi invece faceva il consulente logistico di ottimo livello, ma con sempre meno lavoro e sempre più tasse da pagare. Siamo venuti qui per ricominciare, aspettando l’idea giusta,  e l’attività da mettere in piedi: avevamo un progetto molto originale in campo pubblicitario, così abbiamo iniziato a cercare collaboratori, ma inizialmente abbiamo trovato solo persone svogliate e incompetenti. Poi dopo alcuni mesi finalmente abbiamo incontrato la persona giusta e si era pronti a partire! Aspettavamo da tempo quel famoso venerdì e una volta entrati dal primo cliente, dopo avergli spiegato il nostro progetto ci siamo sentiti dire: “Bellissima idea, mi piace proprio, è un’innovazione qui ma, mi dispiace io con gli Italiani non voglio più niente a che fare, mi hanno già fregato diverse volte e ho chiuso”. Poi il secondo cliente idem e il terzo, e il quarto. È stata una delusione pazzesca, una coltellata in pieno petto! Per quanto riguarda il lavori da dipendente vanno e vengono, conosco molte italiane venute qui anche dopo di me, che in 5 mesi hanno cambiato 5,6,7 lavori. Qui il tempo indeterminato non esiste, si assume fino a che non ti mandano via per un motivo o per l’altro. Il turismo c’è e, visto il clima, arriva ogni mese dell’anno ma spesso e volentieri i turisti si servono degli all-inclusive, dove tutto è pagato e spesato: si fanno la loro settimana col braccialetto al polso e difficilmente vanno a mangiar fuori per più di una volta. In fondo la crisi non c’è solo in Italia e la gente è molto più attenta a dove mette il proprio denaro.

Pensate di restare a Corralejo o tornerete in Italia?
Questa è  la nostra storia, la verità nuda e cruda – conclude Manu –  Le persone che vivono qui e non vogliono far credere al ‘Paradiso’ converranno con me. Prima di partire mi ero iscritta a molti gruppi facebook e mi trovavo spesso a litigare con gente che alle domande degli speranzosi che volevano venire a provare come si vivesse qui, rispondevano: “Non venite, è uno schifo, il lavoro non c’è e la disoccupazione è alle stelle”. Non voglio rubare i sogni a qualcunaltro ma quello che dico sempre io è: i problemi ci sono anche qua, il primo tra tutti, manca la serietà delle persone, la professionalità e la voglia di lavorare. Però se hai qualche soldo da parte da investire, non sulla prima cosa che ti presentano, vieni e prova sulla tua pelle. Studia bene le persone di cui ti circondi perchè una percentuale molto alta è pronta a fregarti. Vieni, prova il tuo sogno, almeno potrai sempre dire di averci provato! Io cerco di tener duro, di leccarmi le ferite ed andare avanti. Di tornare in Italia non ci pensiamo proprio, una volta tirata l’àncora è difficile tornare indietro! I posti qui sono favolosi, il clima primaverile aiuta il corpo e lo spirito, i cieli azzurri e le splendide spiagge ti fanno capire che sarebbe stato troppo facile avere tutto questo senza guadagnarselo. Noi vogliamo meritarcelo e ce la faremo!

 

fonte:

http://www.today.it/blog/ibis-redibis/italiani-emigrati-isole-canarie-fuerteventura-intervista-crisi-economica.html

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