“Houston, abbiamo un problema”… sì, è sede della NASA. Questo già sarebbe un motivo valido per gli amanti delle stelle di tutto il mondo.
Non è una bella città, dal punto di vista architettonico s’intende, anche se non mancano aree che hanno un discreto fascino. Come, ad esempio, il distretto affaristico nel centro della città, tutto grattacieli e sculture moderne; oppure il distretto storico delle Heights con le sue casette di legno dai vari stili. E’ una questione di gusti e la grande Houston nella sua monumentale dimensione occupa un’area di 23.000 kmq (Milano, per fare un paragone, ne occupa un decimo). Va detto che se a Milano si contano circa 7 milioni di persone (hinterland compreso), nella grande Houston, quarta città degli Stati Uniti, ce ne vivono meno di sei.
Con 50.000 € si può comprare una casa con 3 camere da letto, e con 250.000 € una reggia con laghetto, parchetto privato e circa 12 camere.
La crescita della città è in continua accelerazione. Infatti, non è un caso che Houston sia la prima città con il più alto tasso di nuovi impieghi. Per molti aspetti è una città dinamica e vivace, anche se la veloce crescita non le ha permesso di perdere alcuni tratti poco positivi stile paesino. In questo caso mi riferisco ad altri aspetti della vita di città, da quello culturale, alla scelta gastronomica, alla viabilità pubblica, alla morale da piccolo paesello.
I Texani sono prima texani e poi americani. Da non sottovalutare quest’aspetto, gli immigrati vengono sempre e comunque dopo di loro, anche a livello di leggi.
Aspetti negativi:
Se non hai un lavoro la vita è peggiore che essere poveri in Italia. I livelli di abbruttimento della vita sono tali per cui il crimine a Houston è elevato; alcune aree della città sono off limits. Il problema delle gang è reale e fa impressione leggere di assassinii commessi per “guadagnarsi” l’ingresso nella banda. Il tempo che si trascorre in automobile è un altro aspetto poco piacevole della vita houstoniana: c’è molto traffico.
I texani nei rapporti personali sono completamente diversi dagli italiani. Non c’è delicatezza nelle domande e usualmente sono selettive: “Dove abiti?” (il quartiere indica la tua fascia di reddito) “che chiesa frequenti ?” (ci sono gruppi religiosi tanti quanti le società); se provi ad avere una conversazione all’italiana ti andrà sicuramente male!