Lavorare in Svizzera: è il sogno di tanti giovani ma non solo. La Svizzera come si sa è un Paese fuori dall’Unione Europea e fuori dall’Euro e questo gli permette di autogestirsi non solo a livello finanziario ma anche occupazionale: In Svizzera l’immigrazione è molto controllata, non si può rimanere per un periodo superiore ai 3 mesi senza un giustificativo. Ecco i vari tipi di permessi di soggiorno
Questo articolo lo voglio dedicare a questo ragazzo che, felicissimo dell’offerta di lavoro per lavorare in Svizzera, vuole condividere con tutti la sua esperienza.
“Ciao a tutti,
qualche settimana fa sono stato contattato da un’azienda internazionale con sede a Zurigo. Dopo una prima intervista telefonica e un colloquio “dal vivo” direttamente nei loro uffici di Zurigo, mi è stata fatta un’offerta molto interessante. Per ora ho solo l’email con la bozza del contratto, in settimana dovrebbe arrivare a casa il contratto vero e proprio da firmare e rispedire indietro.
Speriamo che vada tutto bene e che non ci sia nessun inghippo, ma se così fosse partirei dal 1 maggio.
Qui la prima domanda: secondo voi quando posso considerare ufficiale il mio nuovo posto di lavoro e quindi dare la notizia ai miei attuali capi? Immagino che dopo la firma ci voglia comunque una sorta di conferma formale. In ogni caso mi è stato detto di contattarli appena riceverò il contratto, e penso che queste cose mi verranno spiegate al telefono, ma vorrei capirlo anche prima in modo da avere già pronta qualche domanda (anche perché il mio inglese è buono ma non è ancora al top
La sede da cui dovrei essere assunto si trova a Ginevra ma diverse volte durante il colloquio mi è stato sottolineato che starei veramente poco in sede in quanto sarei quasi sempre dal cliente. Mi ha fatto esempi di città Monaco e Ginevra (me ne avevano parlato come se fosse una città diversa visto che il colloquio l’ho fatto a Zurigo, devo approfondire…).
Sto cominciando ad informarmi e mi sembra di aver capito che per ottenere un permesso occorre anche avere una casa. Dovrei trovarla prima del 1 maggio”
Come potete vedere il famoso detto “Chi cerca, trova” è sempre valido. Questo ragazzo non si è dato per vinto, in Italia non trovava un lavoro soddisfacente e ha deciso di tentare all’estero . Lui ci è riuscito. Il prossimo potresti essere tu, come lo sono stato io, ad essere chiamato a lavorare all’estero. Espatriare porta sempre tantissime novità e scombussolamenti nella vita di una persona, però fin dall’inizio bisogna avere chiara una cosa: I “per sempre” non esistono in natura, si può sempre tornare indietro, su qualsiasi cosa. Quindi non fatevi fermare da insicurezze, lanciatevi. Al massimo avrete fatto un esperienza, bella o brutta che sia, da raccontare ai vostri nipoti.
Riccardo Palleschi
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