Dubai, Emirati Arabi: trovare lavoro o fare impresa

La retribuzione (soprattutto quando c’è stato il boom di Dubai) prevedeva vari fattori: stipendio base, rimborso spese od indennità per macchina e casa, copertura medica (il sistema a Dubai è strutturato sulla falsa riga di quello americano), un’educazione scolastica garantita per i figli dei lavoratori, più altre facilitazioni per la famiglia e per il ricongiungimento familiare e biglietti aerei destinati alle visite nel proprio paese d’origine (generalmente uno al mese; anche più per gli executive manager). Ad oggi invece i datori di lavoro tendono a pagare uno stipendio più alto, magari con bonus, ma limitando i benefit.
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A Dubai non sono previsti i regimi pensionistici statali; alcune compagnie internazionali offrono vari benefit, tra cui possono rientrare anche i contributi per la pensione (che vengono però versati nel Paese di origine. L’accantonamento obbligatorio ai fini pensionistici è una soluzione adottata in alcuni Paesi, dove il pensionamento assicurato dallo Stato ha avuto e continuerà ad avere la sua funzione “di garanzia” e di tranquillità. Se si apportano un contributo verso un regime pensionistico nel vostro paese d’origine, è opportuno continuare a farlo il più a lungo possibile. Molte aziende offrono regimi pensionistici privati a Dubai, con la possibilità di fare una somma forfettaria o di pagamenti regolari contributi.
Altri benefit comunemente offerti ai dipendenti di grandi imprese multinazionali che lavorano a Dubai possono comprendere:
Contributo per spese di alloggio
Contributo per i costi di leasing dell’auto;
Contributo per le tasse scolastiche per i bambini;
Assicurazione medica;
Per lavorare a Dubai bisogna avere un resident Visa (visto per residenti), che da diritto a: affittare casa, comprare l’auto, aprire il conto in banca e così via. Nel momento in cui un’azienda ci assume, in automatico ci viene rilasciato il visto, che è legato all’azienda. L’azienda cioè ci fa da sponsor; nel momento in cui dovessimo interrompere il rapporto lavorativo con questa azienda, bisogna cercare entro 90 giorni un altro lavoro (con un’altra azienda che ci possa fare da sponsor) ovvero deve esserci un familiare stretto (moglie, marito, genitori, ecc..) che ci facciano da sponsor e per cui conserviamo il diritto di rimanere a Dubai. Attenzione quindi anche alla professionalità ed alla serietà di chi vi offre lavoro; se infatti ci fossero problemi con l’azienda, questa (in caso di inadempienze o per reati contro l’azienda stessa o per qualsiasi cosa possa rappresentare una giusta causa) può richiedere alle autorità il ritiro del vostro resident Visa e chiedere che siate cacciati dal Paese.
Diverso è il discorso quando aprite voi una società: in quel caso avete diritto al resident Visa e non dovete dare conto a nessuno.
Oltre allo stipendio, alle persone sotto contratto di lavoro viene riconosciuta un’indennità di fine periodo contrattuale, solitamente stimata sul salario base, escludendo i bonus (una sorta di liquidazione). Il valore dell’indennità ammonta solitamente, per i primi tre anni, a 15 / 20 giorni di paga basilare annua per occupazione e, successivamente, allo stipendio mensile annuale.

Orario di lavoro a Dubai negli Emirati Arabi:

Dubai e gli Emirati Arabi sono un paese islamico quindi i giorni di chiusura sono tendenzialmente diversi. La settimana lavorativa tende a variare fra le 40 e le 48 ore; gli orari di lavoro prevedono generalmente l’inizio alle 8.30 o 9.00 del mattino e la chiusura alle 17.30 o 18.00 della sera; non vi sono differenze fra gli orari di lavoro estivi ed invernali. Nel mese del Ramadan l’orario lavorativo giornaliero viene ridotto a sei ore o comunque modificato in vario modo: soprattutto nelle attività commerciali o peggio ancora in quelle di ristorazione (chiuse per legge) possono essere applicati orari di apertura (e quindi di lavoro diversi), magari con una chiusura durante il giorno, e l’apertura dal tardo pomeriggio fino a sera tardi. Anche se questa modifica dovrebbe essere apportata all’intero staff di dipendenti, ultimamente molte società prevedono questo cambio d’orario solamente per il personale musulmano; questo anche per una sempre più occidentalizzazione di Dubai. In ambito ristorazione, alcuni locali (soprattutto in centri commerciali ed hotel) restano aperti per i non musulmani in visita nel Paese.
Secondo la religione Islamica il giorno di riposo è il venerdì; inizialmente il secondo giorno di riposo era il giovedì (il giovedì sera continua a rimanere la serata in cui i giovani escono più facilmente), ma ciò creava problemi di comunicazione con l’occidente, perchè per 4 giorni (weekend occidentale sabato e domenica + weekend islamico giovedì e venerdì) le aziende rischiavano di non avere contatti internazionali. Pertanto sempre più aziende prevedono come secondo giorno di riposo previsto il sabato. Negli uffici pubblici, invece, spesso il secondo giorno di chiusura è il giovedì.

Indennità di disoccupazione a Dubai

L’indennità di disoccupazione è dovuta solo ai cittadini degli Emirati Arabi Uniti; se avete intenzione di lavorare a Dubai o di spostarvi lì per cercare un lavoro, dovrete sostenervi da soli nei periodi di disoccupazione o inoccupazione.

Tasse a Dubai

A Dubai non sono previste tasse. Redditi personali, comprese tutte le forme di retribuzione e le plusvalenze di qualsiasi provenienza, non sono soggetti a tassazione negli Emirati Arabi Uniti. Stessa cosa dicasi anche per le tasse su aziende e ditte, per chi volesse prendere in considerazione i avviare un’attività a Dubai o lavorare come libero professionista.

Redazione

Sono il fondatore del sito web e da sempre sono interessato agli italiani che emigrano all'estero per cercare fortuna. Così, nel 2016, ho avviato questo portale per permettere a tutti di raccontare le loro esperienze e fornire informazioni a chi vuole emigrare.

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