“Le persone qui in Spagna sono più paranoiche degli italiani”. Lucas Mauri a quest’ora dovrebbe essere in Erasmus a Milano e invece ora è isolato in casa sua a Valencia. Dovrà restare lì per 14 giorni, come dichiarato dal ministero della Salute spagnolo. Ha 20 anni, studia turismo ed è partito a settembre per Milano per l’Erasmus.”
“Vivevo nella residenza Puccini a Sesto San Giovanni: eravamo in 25 spagnoli e siamo tutti tornati a casa. Studiavamo in Bicocca, Cattolica, Politecnico, Statale. So anche di francesi e polacchi che sono rimpatriati. Nella residenza è rimasto chi lavora, perché altrimenti resta disoccupato. Ma ho sentito anche alcuni amici che erano alla In-Domus Internazionale: tutti tornati a casa, e gli spagnoli lì erano più di 25. Solo due ragazze di Argentina e Usa hanno deciso per ora di rimanere, visto che erano appena arrivate”.
Aveva deciso di rientrare in fretta in Spagna dopo che la Lombardia aveva introdotto le misure restrittive. L’università infatti aveva sospeso le lezioni fino al 2 marzo. Una volta tornato in Spagna, senza aver avuto il tempo nemmeno di salutare gli amici,
Rispetto alla percezione del pericolo in Italia Lucas rivela: “Se in Spagna ci fosse lo stesso numero di casi che avete voi, la situazione sarebbe molto più pesante. Gli spagnoli sono sempre più esagerati degli italiani. In televisione qui non si parla d’altro, sia sulle reti locali che sulle nazionali. La gente ha molta paura, e molta più degli italiani. A Milano la vita continuava normalmente, almeno. A Valencia poi c’è un problema in più che alimenta la paura”. Quale? “Mercoledì 19 febbraio c’è stata a San Siro Atalanta-Valencia con 2500 spagnoli in trasferta. C’è molta preoccupazione“. Timori che Lucas ha percepito anche al rientro: “Sento che c’è discriminazione nei nostri confronti perché siamo tornati dall’Italia. C’è chi ci chiede dove andiamo, cosa facciamo, se stiamo in casa, se abbiamo fatto il test. Alla madre di un mio amico, anche lui tornato da Milano come me, il medico ha detto perché fosse andata da lui visto che aveva toccato suo figlio. Lui abita in un paesino vicino a Cuenca: più i paesi sono piccoli più questi episodi sono frequenti”.
Lucas sta bene ma il test lo farà, un’ambulanza andrà in casa sua a farglielo. “Al momento è tutto sospeso, un biglietto per tornare a Milano non ce l’ho. Chissà se potrò finire l’Erasmus”.
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