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Clelia, intervista :"Come ho mollato tutto e sono diventata una travel blogger"

Clelia, intervista :”Come ho mollato tutto e sono diventata una travel blogger”


Mollato tutto: oltre che un’opportunità di business, il web può rappresentare un modo per dar vita ai nostri desideri, per seguire le nostre passioni e realizzare i nostri sogni. Ho intervistato Clelia Mattana, una delle più influenti travel blogger al mondo, per condividere con voi una storia che non mancherà di ispirarvi… 

Ciao Clelia! Potresti prima di tutto parlarci del tuo percorso?

All’eta di 19 anni dalla Sardegna mi sono trasferita a Torino per studiare Scienze Ambientali. A tre esami dalla laurea ho deciso di mollare e cominciare a lavorare e mi sono trasferita a Roma. Dopo tre anni come segretaria commerciale, ho capito che la conoscenza dell’inglese era fondamentale per ambire ad un lavoro maggiormente qualificato, quindi mi sono trasferita in Inghilterra per un anno come ragazza alla pari.

Ho imparato l’Inglese e nel giro di 8 mesi sono stata assunta alla Burberry di Londra dove mi occupavo di gestire i fornitori esteri. Un lavoro prestigioso e ben pagato ma che (come la protagonista del film “Il diavolo veste Prada”) non mi si addiceva assolutamente.
La mia passione vera sono sempre stati i viaggi, la scrittura e la fotografia e così ho deciso di fare il grande salto
. Ho consegnato la mia lettera di licenziamento, messo da parte circa 16.000$ e comprato un biglietto di sola andata per L’Asia. La mia vita, così come la conoscevo, era andata per sempre. Ho provato un misto di paura e felicità assoluta.

Descrivici www.keepcalmandtravel.com in poche parole.

E’ un sito (non solo un “blog”) di viaggi dove, oltre a raccontare le mie avventure e disavventure in giro per il mondo, creo anche guide e itinerari utili per diverse destinazioni, per aiutare chi decide di prenotare una vacanza in quelle mete. Sono particolarmente specializzata nella mia terra, la Sardegna, alla quale ho dedicato una intera sezione del sito, su cui lavoro costantemente.

Com’è nato questo sito?

Come tutte le belle cose, è nato per puro divertimento! L’ho aperto qualche giorno dopo aver preso la decisione di licenziarmi, pensando che sarebbe diventato una sorta di diario dove avrei parlato della preparazione sia pratica che emozionale al viaggio.

Il sito è nato nell’Agosto del 2012 e la mia partenza era prevista per Febbraio 2013, quindi quasi 7 mesi prima della mia grande avventura.




Hai sempre voluto dedicarti a quest’attività o è stato “per caso”?

È stato assolutamente per caso. Con il senno di poi, mi rendo conto di aver avuto una grandissima fortuna. Il pomeriggio in cui mi cimentavo a capire come aprire un sito web, un amico mi ha consigliato di pagare una piccola cifra annuale per comprare il nome del sito e lo spazio web.

Io pensavo fosse totalmente inutile, ma vista la cifra irrisoria, circa 50 euro in tutto, gli ho dato retta. Non lo ringrazierò mai abbastanza, perché avere un sito proprio è FONDAMENTALE per essere presi più seriamente ma soprattutto per avere la possibilità di monetizzarlo!

mollato tutto

Hai lavorato a lungo nel mondo della moda: com’è stata quest’esperienza? Oggi hai ancora contatti con quel mondo?

Io sono “l’anti fashion” per definizione. Fosse per me vivrei in sneakers e maglietta. E, proprio per questo, lavorare per una azienda così importante come la Burberry, in un settore che non mi appassionava, mi ha permesso di capire che tutte le esperienze lavorative, anche quelle che sul momento ci sembrano dei veri e propri incubi, sono in realtà tutte lezioni preziosissime.

Lì ho imparato a gestire la pressione molto meglio, l’arte della negoziazione, ma soprattutto un livello di professionalità che mi è tornato utilissimo anche nel lavoro di Travel Blogger. Non tutti i “mali” vengono per nuocere!

Al momento ho ancora contatti con quel mondo, ma più che altro in forma di scambi amichevoli con i miei ex colleghi e ironicamente anche con alcuni sponsors che vorrebbero lavorare con me e con il mio sito.

Ora come ora, ti dedichi solo al tuo sito o fai anche altri lavori?

Il mio sito è il mio lavoro a tempo pieno dalla fine del 2013; prima ho lavoricchiato in Thailandia come insegnante di balletto classico e inglese, ma da lì ho capito che volevo mettere più impegno sul mio sito che da allora, dopo notti insonni a studiare, scrivere e lavorare duramente, è finalmente decollato piano piano.

Come ti definiresti oggi? Una blogger, una fotografa… ?

Io non amo molto le definizioni, ma se mi si chiede quale sia il mio lavoro, rispondo “Travel blogger” o “Travel writer”. Nonostante le mie foto riscuotano abbastanza successo sui social media, soprattutto Instagram, non sono una fotografa professionista, se non forse per l’attrezzatura da professionista.

Nonostante non sia una professionista, ho collaborato e ancora collaboro con aziende che si occupano di fotografia, ma lo faccio più come online “influencer” che non come fotografa.

Le persone accanto a te hanno sostenuto la tua decisione di lavorare in questo ambito?

Quando nel 2012 ho preso la decisione di licenziarmi dalla Burberry, il 99% delle persone mi ha dato della pazza completa. Adesso tutti sostengono appieno la mia scelta, perché hanno visto che se c’è la volontà e l’impegno si può arrivare dove si vuole. Non senza una lista infinita di sacrifici.

Ora tutti fanno il tifo per me e mi seguono.

Tornando alla tua attività di blogger, come decidi di creare un articolo? Come ti vengono le idee?

(Sorrido). Per una persona come me il problema è completamente capovolto. Ho diari pieni di idee di articoli da scrivere. Non è molto difficile quando viaggi avere cose interessanti da raccontare. Soprattutto per la parte dedicata alle esperienze personali, sono in arretrato di almeno 2 anni sulle cose che dovrei scrivere. Mi manca il tempo!

Delle volte capitano dei miracoli, giorni in cui mi sveglio e in 3 ore scrivo un articolo così, nato dal nulla. Un esempio è quello scritto sulla mia visita ad Auschwitz, che è uscito praticamente da solo, dritto dal cuore.

Per le guide invece mi ci vogliono anche settimane, a volte mesi per concludere, in quanto c’è moltissima ricerca dietro. Ma le idee anche qui abbondano e nascono tutte spontaneamente.

Con tante idee e tanto lavoro, immagino che il tempo non ti basti mai. Riesci a conciliare il tuo lavoro con la vita privata? Cosa consigli di fare per essere ben organizzati?

Tasto dolente quello della mia vita privata! Essendo in costante movimento è parecchio difficile gestirla, ma come per ogni cosa, se si ha la volontà si può fare tutto. Consigli per essere ben organizzati? Io vado di liste! Sono la mia salvezza. Liste anche delle persone che voglio risentire, delle email private che voglio mandare, ecc.

Un tempo non era così. Quando avevo meno lavoro era più facile avere ancora una vita privata, ora le due cose sono talmente intrecciate che non riesco più a distinguerle. E va bene così, sono scelte di vita con i pro e i contro, come tutte.

Quali consigli daresti invece ai giovani che stanno pensando di lavorare come travel blogger?

Di farlo solo se si ha una vera passione e non per la falsa idea che con questo lavoro si viaggi gratis e si faccia la “bella vita”. Per quanto mi piacerebbe, la realtà invece è fatta di duro lavoro, un lavoro fatto di passione, perché senza quella non si va da nessuna parte.

Essere poi pronti a scrivere e lavorare al proprio sito per mesi, senza vedere nemmeno un centesimo. Proprio per questo continuo a rimarcare la parola “passione”. Io ho continuato nonostante tutto perché era quello che volevo, anche senza ricevere compensi.

Un consiglio più pratico è quello di scegliere una nicchia nel settore viaggi in cui ci si possa specializzare. Il mercato oggi è davvero saturo: la vera forza è specializzarsi in qualcosa di cui si sa più degli altri e concentrarsi maggiormente su quell’aspetto. E mai perdere la propria identità e la propria voce cercando di emulare “I grandi”. Non c’è niente di più sbagliato!

Chi ti legge sa che sei una persona con delle opinioni e un carattere che la rende unica rispetto agli altri: mai compromettere la propria voce in nome dei soldi “facili” (che sono pochi tra l’altro e ti si ritorcono contro perché quando il lettore perde fiducia in te, è difficilissimo riconquistarla).

Qual è l’esperienza di cui sei il più fiera (un articolo, un viaggio…)?

Essere riuscita a viaggiare (e sopravvivere!) per 2 mesi in Africa, un viaggio meraviglioso che mi ha portato a superare moltissimi limiti e paure.

Ho viaggiato in solitaria, affiancata da sponsor scelti da me che hanno pagato parte dei miei viaggi perché credevano nella mia proposta.

Grazie a loro sono riuscita a realizzare un volo stupendo sul deserto della Namibia, vedere i miei amati leoni, ghepardi e leopardi, dormire sotto cieli stellati incredibili e, non ultimo, superare la mia fobia delle altezze quando mi sono letteralmente sporta dalle cascate Vittoria in Zambia, le più alte del mondo.

Che meraviglia! Cambiando argomento, cosa ne pensi del mondo del lavoro in Italia?

Sarò onesta: sono uscita dal circuito del lavoro in Italia da un bel po’ ma ovviamente so che non è facile. Abbiamo ancora tanto da migliorare. A partire da come è strutturata l’istruzione: basti pensare che in Italia ci si laurea mediamente 4-5 anni più tardi che negli altri paesi. Il che significa che quando in Italia si sta ancora seduti sui banchi dell’università, negli Stati Uniti o in Inghilterra, ragazzi della stessa età hanno già diverse esperienze lavorative alle spalle.

Non considerando nemmeno che per la scarsa conoscenza delle lingue perdiamo opportunità lavorative preziose. Quello che però vorrei far passare è anche un messaggio positivo: nonostante l’Italia non sia il posto ideale per trovare lavoro,

Se si investe nelle proprie capacità e ci si da davvero da fare, c’è posto per tutti.

Si inizia sempre a piccoli passi; a volte si progredisce, altre si regredisce, ma tutti i percorsi servono, basta avere chiara la meta finale.

Che cosa consiglieresti ai giovani per aiutarli a trovare il proprio lavoro dei sogni?

Non smettere MAI di sognare. Mettiti in gioco. Non sarà facile, ma non perdere mai di vista il tuo obiettivo.

Per esprimere quello che vorrei dire ai giovani per trovare il loro sogno, mi ispiro ad una figura che, seppure per certi versi controversa, ha dato uno dei più bei discorsi ai ragazzi laureati di recente alla Stanford University: Steve Jobs. Probabilmente quel discorso lo hanno già guardato in molti di quelli che stanno leggendo questa mia intervista ma quando risento quelle parole, pensando anche alla mia storia, mi vengono i brividi, perché so sulla mia pelle, con circostanze diverse ovviamente, quanto siano vere. Quindi lascio a lui le parole che io non sarei così brava a comunicare!

Andiamo subito a googlare e a riguardare quel discorso! 🙂 Che progetti hai per il futuro?

Continuare ciò che sto facendo ora, un lavoro che amo e ispirare le persone a fare altrettanto.

Il tuo sogno?

Devo citarne uno che sembrerebbe quasi impossibile: è di essere un giorno pubblicata sulla copertina del National Geographic con una foto scattata da me. Per dare il buon esempio, ho scelto un sogno davvero grande. Vedremo se riuscirò a realizzarlo, nel frattempo continuo a lavorarci! In bocca al lupo a tutti!

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