Si chiama Sarah Grimaldi, ha 35 anni, e doveva reinventarsi. Insieme a due socie, Fernanda (cilena) e Brooke (americana) ha aperto un caffè per donne a Santiago del Cile. Questo per dare spazio all’imprenditoria femminile a tutto campo.
Cile, Sarah ha aperto un caffè per sole donne
“In Italia sono tutti arrabbiati” afferma Sarah, la giovane da sempre ha avut il pallino di creare qualcosa per le donne. Inizialmente, a Venezia, cominciò la sua prima esperienza nella ristorazione con i lristorante Orient Experience.
Da quando ha aperto El cafè de las mujeres (il caffè delle donne) è felicissima, un “luogo magico e unico ,fatto e pensato per dare spazio all’imprenditoria femminile a tutto campo, un posto per le donne ma aperto anche agli uomini”.
Dell’Italia le mancano gli affetti, ma non tanto il Paese. Quando tornò in Italia per un breve periodo lo raccontò così: “Mi sembravano tutti arrabbiati e un po’ tristi. Mi mancava il Cile”. La scelta del Cile, in realtà, è quasi dovuta al caso (un suo amico era cileno), ma soprattutto perché il movimento femminista in questo Paese latino era molto forte.
“Ognuna di noi ha un ruolonel caffè, io mi occupo di organizzare eventi, prendere i contatti con le imprenditrici e promuovere le attività sui social media. Brooke è il nostro braccio operativo, lavora al bancone e aggiusta tutto. Fernanda invece si occupa della parte contabile e finanziaria” ha raccontato la ragazza.
L’idea di questo bar è venuta per dare spazio alle donne e alle loro iniziative, in particolare anche le fornitrici di bevande e cibo vengono da altrettante imprenditrici donne. Ogni mese vengono presentate due imprenditrici che, con i loro prodotti dolciari, vengono presentate per entrare a far parte del menù. C’è chi fa i dolci, chi le marmellate, e chi prodotti naturali per il corpo. In tutta questa bella scenetta al femminile, però, c’è una nota che stona (un maschio), che viene messo a fare forse il lavoro più faticoso (lo chef) :D.
Ogni piatto ha il nome di una scritrice, di una poetessa e di una donna importante. “Vogliamo parlare di femminismo, ma non in modo integralista, a un certo punto abbiamo dovuto specificare che il locale era aperto anche agli uomini. Li vedevamo gironzolare fuori, senza avere il coraggio di entrare” ha raccontato Sarah.