Un’intervista a uno chef giramondo, Carmine Faravolo ci ha raccontato la sua esperienza e quanto la vita fuori dai confini nazionali sia diversa, in particolare la meritocrazia che è molto diffusa a differenza dell’Italia.
Nome e Cognome
Carmine Faravolo
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Nazione di residenza
Italia
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Vengo da un piccolo paesino 20 km distante da Napoli, sotto le falde del Vesuvio, San Gennaro Vesuviano. Stavo per finire da poco l’ultimo anno di scuola elementare , ero molto bravo in matematica, la prof disse ai miei di scrivermi al liceo scientifico, ma io non ne volevo proprio sapere. I rientri a casa dopo la scuola mi aspettava mia nonna, mi incuriosiva vederla cucinare e da lì nacque la mia passione per la cucina. I miei non volevano anche perché 15/20 anni fà il cuoco non era visto come oggi fanno vedere ma per la società era un lavoro medio basso, oggi invece appena dici che fai lo chef vedi gli occhi a cuoricino delle persone come se fossi una star. Quindi deciso di fare
l’alberghiero hospitality&tourism, lì peró nacque un secondo problema che le scuole più vicine alla mia zona erano scuole dove si faceva ben altro che studiare quindi mi informai e feci parte del C.P.F.P di Amatrice provincia di Rieti, Lazio.
Una scuola-convitto a numero chiuso che da lì poi è partita la mia salita in questo settore lavorando nei più grandi alberghi della capitale, fino ad arrivare nei ristoranti stellati passando per i vari continenti. Mi reputo una persona umile, attaccato ai valori, porto dentro di me sempre un pezzo della mia terra, una terra dipinta di brutti colori ma con un cuore enorme, apre le porte a tutti anche a chi non merita e forse questo è uno dei tanti problemi. Girando nelle grandi cucine di chef famosi come Londra, Spagna, Thailandia, Grecia, Australia, provai a ritornare in patria ma non fu un’ottima scelta il sistema e diverso, pagano poco , lavori come uno schiavo tante volte anche a nero, c’è poca meritocrazia, non danno fiducia ai giovani, pensa che io all’età di 24 anni gestivo una cucina stellata formata da 18 chef e con 150 sedute, in Italia questo non accade e non capisco, in giro per il mondo non sono l’unico in questo settore e come negli altri ci sono tanti italiani che portino avanti strutture mondiali e mi domando perché dobbiamo cercare fortuna altrove e non alzare alto il capo nella nostra Nazione. Ebbi la fortuna di entrare al St. Regis in Cina struttura lussuosissima come chef italiano avevo davanti un palco scenico a 360 gradi poi il covid ha distrutto tutto, rientrai in Italia a malincuore perché sapevo cosa mi aspettava ma pensai alla famiglia me la feci scendere come decisione . Poi come tutto il mondo è andato in lockdown, è stata dura ma alla fine oggi mi trovo alle Seychelles un nuovo progetto con la Hilton, Mango house LXR, una nuova missione sempre come Chef italiano, ma purtroppo l’Italia ancora oggi è una della nazioni che pecca ancora a livello politico, sociale, digitale, la disoccupazione alle stelle, a me sembra che non vuole ripartire e in verità non capisco il motivo, dopo questa ultima batosta sono ancora più convinto che in Italia farò il turista ma il mio futuro no.
Come sono stati i primi mesi all’estero?
I primi passi all’estero sono stati durissimi, poi io presi la valigia e via ero stufo, come prima tappa feci Londra, non sapevo dire neanche ciao, quanti ricordi e quante cadute ma la voglia di vincere e imparare era tanta, non mi fermavo un secondo ero un treno in corsa, poi Londra c’è da dire che è come un’onda se la riesci a cavalcare sei sul trampolino di lancio mondiale ma se cadi ti fai male e anche tanto ma grazie a dio dopo tanti sacrifici e grazie alle persone che hanno creduto in me e grazie a me lo merito oggi sono quel che sono, soddisfatto a livello lavorativo di vita ed economico.
Qual è il costo della vita?
Il costo della vita dipende da come vuoi affrontare le giornate, io ho passato delle giornate che dopo pochi giorni aver ricevuto lo stipendio ero già in rosso 🤣🤣, dipende la vita sicuramente cara, dall’affitto, alle spese divertimento, vizi però sta a te, ad esempio io ho sempre messo da parte un gruzzoletto ma allo stesso tempo me ne son sempre visto bene della vita.
Quali sono le principali differenze con l’Italia?
Tutto è differente, il rispetto la qualità della vita, l’affrontare le giornate, il salario, collegamenti treni, bus , forse in Italia la parte sanitaria è messa un po’ meglio ma per il resto l’Italia viaggia a passo di lumaca rispetto alle zone dove ho vissuto, anche per un semplice appuntamento in banca, in 10 minuti sei fuori mentre in Italia devi litigare con chi ti supera in fila poi il mal funzionamento della parte digitale, il dipendente che si fa il discorso personale con il cliente, in breve non ci metti meno di 1 ora mezza.
Cosa ti manca dell’Italia?
La famiglia, amici, diciamo che all’estero mi manca il valore delle festività la chiacchiera con l’amico di infanzia ma per il resto a dirla tutta mi manca poco l’Italia.
A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?
Soprattutto ai giovani, laureati per un futuro migliore senza bisogno di spinte se vali vali, e poi perché no agli Anta con famiglia e non che di sicuro troveranno il loro stare bene.