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Arabia Saudita, trasferirsi per lavoro nel mondo integralista musulmano

Arabia Saudita: questo nome quando pronunciato, diciamocelo, non fa una bella impressione. Specialmente ora che viene spesso accostato al terrorismo internazionale ed ai suoi finanziamenti. In Arabia Saudita sappiamo che vige la legge islamica e che le restrizioni per le donne sono ampie. Proprio per questo motivo abbiamo trovato di grande interesse la possibilità di intervistare un’italiana che vive lì con il marito, Chiara.

Cominciamo…

1) Ciao Chiara la prima domanda che voglio farti riguarda le tue origini. Da quale cittá italiana provieni? Hai avuto altre esperienze all’estero prima di emigrare in Arabia Saudita?

Ciao Riccardo! Con mio marito abbiamo sempre vissuto tra Genzano ed Ariccia, due paesi della provincia romana. Due amene località dei meglio noti Castelli Romani, luoghi ricchi di storia, circondati da bei paesaggi e dove si coltiva la cultura del mangiare bene. Abbiamo intrapreso gli studi universitari a Roma ed abbiamo svolto per dei periodi dei lavori nella capitale. Ma Roma la si riesce ad amare solo da turisti, difficile viverla serenamente da residenti. Quando con mio marito abbiamo deciso di spostarci in Arabia Saudita per il suo lavoro non avevamo mai vissuto all’estero. Ed è stato esilarante l’incontro con il poliziotto al controllo visti dell’aeroporto che diceva di conoscere Ariccia, famosa per la porchetta ed io in tutta risposta gli dicevo che stavo andando ad abitare nell’unico paese al mondo in cui è vietato mangiare carne di maiale!

2) So che tuo marito ha ricevuto un offerta di lavoro importante e per questo siete partiti, ma non ti sei preoccupata, come donna, di quello che avresti dovuto affrontare in Paese così integralista ?

Prima di affrontare un cambiamento così radicale, ci siamo molto documentati. Le regole più stringenti per le donne sono il non poter guidare ed il dover indossare l’abaya quando si esce. Di solito gli expat vivono in compound in cui non è necessario seguirle. Quindi sapevo che, se avessi accettato questi compromessi, non avrei avuto problemi. E così è stato. Forse avevo qualche pregiudizio, nel senso che pensavo di incontrare persone chiuse, seriose, mentre i sauditi sono tutt’altro. Si sono dimostrati spesso accoglienti e disponibili. Inoltre, si vocifera che i mutawa, i rappresentanti della polizia religiosa, stiano progressivamente scomparendo.

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3) In Arabia Saudita so che vige la legge islamica e non é una meta turistica, come passate il vostro tempo libero ?

Non è una meta turistica per legge. Non vengono rilasciati visti a scopo turistico, si entra nel paese solo grazie ad uno sponsor. Ed il fatto di essere un paese quasi sconosciuto è allo stesso tempo il suo fascino. Io e mio marito siamo dei curiosi e, quindi, nel tempo libero andiamo in esplorazione, il più possibile alla ricerca di esperienze autentiche. Cerchiamo, nei mesi meno caldi, di goderci il deserto. Inoltre, viviamo ad Al Khobar, nella zona est del paese. Si tratta di una metropoli ricca di ristoranti e centri commerciali di ogni tipo. Inoltre, è sufficiente attraversare il confine, una lunga autostrada su un ponte che ci collega all’isola del Baharain, dove possiamo avere tutto ciò che ci viene negato in Arabia Saudita: possiamo mangiare carne di maiale e bere alcolici, io non sono obbligata ad indossare l’abaya, posso guidare e possiamo andare al cinema o ad un concerto.

4) So che hai aperto un Blog, di cosa ti occupi ?

Per il momento, non ho una specifica occupazione. Ho lasciato il mio lavoro d’ufficio in Italia e, venendo qui, mi sono dedicata innanzitutto alle mie passioni. Ho dovuto riprendere lo studio dell’inglese, che è la lingua franca, comune a tutti. Mi sono completamente reinventata. Scrivo un blog www.choosingsaudi.blogspot.com, dove racconto questa nostra esperienza. Scrivo articoli di viaggio per una testata locale. Mi dedico anche ad insegnare zumba, in qualità di istruttrice, a classi multinazionali e multiculturali di allievi. Ed ho iniziato a dare corsi di lingua italiana.

5) Tuo marito sarà sicuramente un professionista nel suo campo, pertanto consiglieresti ad altri italiani qualificati di andare a lavorare lì ?

Le figure professionali richiamate in Arabia Saudita sono figure di solito particolarmente skillate, al fine di formare i lavoratori locali. In più, con il programma governativo di “Saudization” si parla di un progressivo rimpiazzo di expat con i sauditi. Complice anche la crisi mondiale dei mercati, non è il periodo più florido. In generale, non c’è una visione univoca rispetto alle opportunità lavorative offerte. Per mio marito ha significato, sicuramente, una crescita ed ha potuto godere anche di un percorso formativo. Già a distanza di solo un anno e mezzo, il suo curriculum è diventato più appetibile. Consiglierei di prendere in considerazione questa opportunità a chi ha una buona capacità di adattamento, voglia di lavorare e vivere in un contesto internazionale, godendo di un buon pacchetto retributivo e con voglia di ingrassare il curriculum di un’esperienza importante. E’, invece, abbastanza condivisa l’opinione che si trascorre in questo paese una parte della propria vita, solo sporadicamente si arriva alla pensione.

6) Quanto è importante conoscere le lingue straniere per trovare lavoro in Arabia Saudita ?

E’ fondamentale conoscere l’inglese. Non è richiesto che si parli arabo.

7) Quali sono secondo te gli aspetti positivi e negativi in confronto all’Italia ?

Gli aspetti negativi sono per lo più legati a tutte le restrizioni a cui bisogna adattarsi pena l’andare incontro a punizioni piuttosto gravi, spesso legate al diretto rimpatrio. Inoltre, il clima molto caldo ed umido nei mesi estivi è difficilmente sopportabile. In estate il paese si spopola di expat, soprattutto delle donne che tornano nei paesi di origine. Gli aspetti positivi sono legati prevalentemente a livello professionale. La giornata lavorativa inizia alle sette del mattino per terminare alle quattro e difficilmente è richiesto di trattenersi oltre. Quindi, si ha tempo libero da poter dedicare allo sport o a qualsivoglia hobby o passione. Nella cultura saudita ha grossa centralità la famiglia e, quindi, risultano piuttosto comprensivi e flessibili in termini di conciliazione di problematiche legate alla vita privata. Contrattualmente sono riconosciuti anche più giorni di ferie.

8) C’è qualcosa che ti manca dell’Italia ?

Non sono una persona particolarmente nostalgica, quindi se non fosse per il fatto di vivere lontana dai miei affetti, non posso dire che ci sia qualcosa nello specifico che mi manca. Ogni tanto penso che mi manca l’arte… si stanno solo ora muovendo i primi passi verso una cultura inclusiva anche dell’arte, consapevoli che se vogliono coltivare il talento nelle nuove generazioni devono stimolarne la creatività.

9) Cosa consiglieresti a chi vorrebbe seguire i tuoi passi ?

Consiglierei di fare una lunga riflessione, di pensare che il cambiamento è radicale e richiede un grande spirito di adattamento. Chi si trasferisce con la famiglia deve pianificare per tempo lo spostamento, pensando anche agli aspetti logistici, quali casa e scuola per i bambini. Occorre soprattutto sapere che, per poter sopravvivere, è necessario che tutti i componenti della famiglia imparino l’inglese.

Grazie mille Chiara per il tempo che ci hai concesso, ti auguriamo che i tuoi progetti vadano a gonfie vele. Tienici aggiornati!

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