Aprire un negozio all’estero è il sogno di molte persone, sia perché ti permette di essere autonomo ma anche perché ti mette in contatto con culture e lingue diverse. E magari vivere in un posto caldo (non per tutti) senza dover più pensare al riscaldamento e abiti pesanti. Ma per realizzare sogni si sa c’è bisogno di sacrificio e spirito imprenditoriale (ovunque), quindi non troverete “l’El Dorado” ma dovrete sudare per conquistarvi la libertà come volete voi.
Calma, calma. Partiamo con il dire che un qualsiasi business non può prescindere dal territorio in cui è insediato: prima di fare impresa e aprire un’attività è necessario conoscere un posto, la mentalità della gente, vizi e virtù di quelli che possono essere i potenziali clienti.
Non basta credere, come fanno in molti, che parametri tipo costo della vita basso e tassazione non elevata come in Italia possano da soli assicurare il successo e permettere a chiunque di diventare ricco.
Quante persone, dopo qualche anno, sono clamorosamente rimbalzate? Aprire un negozio è un rischio in ogni posto del mondo. Assicuratevi, dunque, di conoscere almeno per sommi capi la città in cui avete intenzione di trasferirvi per diventare imprenditori.
Se non ci siete mai stati, investite qualche migliaio di euro per viverci qualche mese da osservatori: in loco potrebbero sorgere idee ancora migliori.
Fatte le dovute premesse, parliamo adesso di economia vera e propria.
La Banca Mondiale ha recentemente stilato una classifica che elenca i 10 migliori Paesi dove conviene investire.
Il punteggio è stato calcolato mediante una serie di parametri: tempi per aprire e per allacciare le utenze, tempi della giustizia nel far rispettare i contratti, modalità per avviare e concludere un rapporto lavorativo.
Dal rapporto annuale denominato “Doing Business” emerge che la nuova frontiera per gli imprenditori non si trova in Europa: i primi tre posti della top ten, infatti, sono occupati da Singapore, Nuova Zelanda e Hong Kong.
Primo Paese europeo è la Danimarca, seguita dalla Norvegia (quinta), dal Regno Unito(settimo) e dalla Finlandia (ottava).
Ecco la classifica completa:
Ovviamente si tratta di aspetti statistici che però vale la pena di tenere seriamente in considerazione: partire alla sprovvista, in molti casi, obbliga a pesanti aggiustamenti in corso d’opera che possono portare al naufragio del sogno in pochissimo tempo.
Se vuoi vedere l’intervista ad un italiano che ha aperto un attività alle Canarie CLICCA QUI
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