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Gibilterra, un progetto serio per i tuoi figli: la cittadinanza inglese

Gibilterra, un progetto serio per i tuoi figli: la cittadinanza inglese

Qualsiasi genitore pensa al futuro dei propri figli, a volte facendo immensi sacrifici come quello di lavorare di più, facendo straordinari, per mettere da parte soldi per pagare l’università migliore. Cosa succede però quando il figlio diciottenne decide che studiare non è ciò che vuole fare? Di solito i genitori cercano di convincerlo, a volte anche obbligandolo, a frequentare l’università: “Devi avere un pezzo di carta”, “Tuo cugino si è laureato con 110 e lode e ora è entrato in banca”, “Se avessi potuto studiare ai miei tempi lo avrei fatto”, etc. etc.

Il grande errore di tantissimi genitori è pensare che i propri figli siano un’estensione di se stessi, un’opportunità di riscatto nel mondo per ciò che non si è riusciti a fare quando si era più giovani. I figli in realtà dovrebbero essere semplicemente guidati e consigliati, mai obbligati o ricattati. Come genitore ho avuto spesso anche io la tentazione di indirizzare i miei figli dove volevo, ovvero portarli sulla strada che mi sarebbe piaciuta percorrere alla loro età. Ciò che ho capito però, da genitore, è che non c’è nulla di più soddisfacente per un padre e una madre che vedere il proprio figlio felice. E se per essere felice mio figlio vorrà fare l’artista di strada, inseguire il sogno del calciatore, mettere in pieni una band musicale, dipingere quadri, accudire animali, fare il missionario in Africa o diventare un’astronauta per me andrà bene lo stesso. Arrivati a questo punto la domanda sorge spontanea, come posso aiutare mio figlio ad essere felice?

Nel mondo in cui viviamo i titoli accademici (ahimè) sono sempre meno importanti e diventano invece sempre più importanti le risorse che un determinato territorio mette a disposizione ai suoi cittadini. Anche solo fino 5 anni fa parlare di confini, di guerra o di differenze razziali basate sulla nazionalità era considerato fuori dal tempo, tutti a parole si dicevano pacifisti e internazionalisti (il famoso cittadino del mondo) e paladini dei diritti delle minoranze. Poi è arrivato il 2020 ed è cambiato tutto, improvvisamente tutte le più granitiche convinzioni costituzionali si sono sciolte come neve al sole in tante nazioni del mondo. Nel 2022 abbiamo ormai capito che i diritti fondamentali non sono poi così tanto fondamentali e che le guerre non sono solo un brutto ricordo del passato ma anzi un triste presente che potrebbe coinvolgerci tutti come specie umana da un momento all’altro.

I confini territoriali delle nazioni dal 2020 in poi, in parte anche un po’ prima (Brexit), hanno ricominciato a riacquistare un valore, e non solo simbolico. Guardate come negli ultimi mesi i cittadini russi sono stati discriminati in tutto l’Occidente solo perché russi, cosa impensabile anche soltanto nel 2021. Guardate come si sta a un passo dalla guerra anche con la Cina con il caso Taiwan. I confini tornano dunque ad essere protagonisti in questo secolo e la cosa migliore da fare per il futuro dei nostri figli è offrirgli un’alternativa all’italietta, dargli la possibilità di parlare altre lingue fin da piccoli e soprattutto di avere la doppia cittadinanza.

Qui entra in gioco Gibilterra, piccolo territorio britannico d’oltremare posto al sole della penisola iberica. In questo piccolo “Stato” (non può definirsi tale perché non è totalmente indipendente dal Regno Unito) c’è un vantaggio enorme per chi vuole garantire una doppia cittadinanza ai propri figli in quanto dopo 5 anni di residenza si può fare richiesta per quella britannica. Portare i bambini fin da piccoli a vivere in un ambiente inglese li porterà ad avere enormi possibilità quando saranno più grandi. Saranno cittadini italiani e inglesi, con doppio passaporto, e qualsiasi lavoro che decideranno di fare da adulti avranno la possibilità di scegliere di farlo in Italia oppure nel Regno Unito (ma grazie all’inglese imparato a scuola anche negli Stati Uniti, Canada, etc.). Avendo così un vantaggio enorme sui loro coetanei italiani ma anche inglesi, perché saranno bilingue e con la possibilità di rimanere a tempo indeterminato in entrambi i Paesi. Ci sono anche tantissimi altri vantaggi che è impossibile descrivere nell’insieme, ma ve ne accenno giusto un altro… in caso di guerra (speriamo di no) i confini dei Paesi potrebbero chiudersi per determinate nazionalità e quindi possedere due passaporti potrebbe risultare decisamente vantaggioso.

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