Pochi giorni prima dell’esame di maturità il padre di Giosuè gli disse che subito dopo avrebbe dovuto lasciare la Sicilia e l’Italia, di proseguire i suoi studi all’estero. La proposta ha sconvolto il figlio ma lo ha aiutato a bruciare le tappe. La stessa cosa il padre l’ha fatto con la figlia maggiore Grazia, già laureata in letteratura e da tempo in ricerca di lavoro.
L’emigrazione in Germania e Argentina
Il 7 ottobre 2014 Giosuè parte per la Germania, il 17 ottobre Grazia invece si imbarca per un volo per l’Argentina. Da allora non sono più tornati. Grazia ora insegna italiano a Rosario, nella provincia di Santa Fe. Giosuè, invece, il prossimo luglio si laureerà in economia all’università di Mannheim.
Nella famiglia di Giosuè e Grazie sanno bene cos’è l’emigrazione, così come lo sanno tutti i siciliani. In Sicilia è molto difficile trovare lavoro, per questo motivo si è trovato lavoro all’estero. Il padre di Giosuè gli ha consigliato la Germania, così è arrivato a Mannheim, per continuare i suoi studi ma senza sapere una parola di tedesco. Dopo due anni, con il certificato di tedesco alla mano, è riuscito ad accedere alla facoltà di economia.
L’approdo al mondo del lavoro dopo l’università non è stato semplice. “Ho cercato di tutto – aggiunge – dopo la mia laurea nel 2011, ma senza risultati. Soprattutto se la prima scelta è l’insegnamento: ti devi aggrappare a graduatorie e liste d’attesa. O ti accontenti di uno stipendio basso, oppure non lavori. In Argentina, invece, qualsiasi società o associazione che ti assume ti paga”. Ancor meglio in Germania dove Stato e aziende sono dalla parte degli studenti: “Prima di tutto esiste un prestito studentesco – continua Giosuè -. Lo Stato versa 800 euro al mese per ogni studente. Il 50% dovrà essere restituito, ma solo dopo 5 anni di lavoro”.
Una volta finiti gli studi “in Germania entri nella società già con delle responsabilità e con uno stipendio minimo di 1.200/2mila euro. Cifre ben diverse da quelle italiane. Quello che è simile è il costo della vita”. E poi aggiunge: “Se mai tornerò in Italia? Non penso. Certo mi mancano la famiglia e i miei amici. Ma il mercato del lavoro è malato.