Si chiama Marco Giulio Camurri, programmatore italiano che nel 2009 ha lasciato Mantova per Londra. “Ho fatto un salto nel buio, la Brexit incombe e il costo della vita è alto. Ma i datori di lavoro mettono davvero tantissimo impegno nel farci sentire apprezzati e nel creare occasioni sociali” ha raccontato.
Marco a Londra
“Da quando me ne sono andato dall’Italia sono stato insultato in ogni modo. Per aver tradito la patria, per aver ‘portato via’ le mie competenze. Mi sono sentito ripetere che, in fondo, avevo scelto la strada più semplice. Ma partire non è per niente facile” ha raccontato al Fatto Quotidiano. Per Marco il trasferimento è stato un salto nel buio, voleva fare quello che in Italia non riusciva a fare: migliorare la qualità della vita e trovare lavori più appaganti. In Italia per lui era una lotta continua a qualche euro in più in busta paga e stritolato dall’incertezza di non arrivare a fine mese.
Ora Marco lavora per un’azienda che progetta prodotti digitali per grandi aziende e il suo datore di lavoro lo tratta con i guanti. Stipendio ottimo, serate al pub con i colleghi organizzate dalla compagnia una volta al mese e viaggi di gruppo in Europa una volta all’anno a spese della compagnia per fare squadra con i colleghi.
Marco paga un affitto di 1400 euro al mese e una retta d’asilo di 1500, spese importanti ma che insieme alla compagna riesce ad affrontare bene. 4 o 5 volte l’anno vanno tutti insieme in vacanza.