Andrea Bussoletti, 34 anni delle Marche, insegna storia contemporanea, teoria della democrazia e scienza politica all’università di Guadalajara. La moglie, nata in Messico, l’ha conosciuta a Firenze: “ogni estate porto mio figlio in Italia. Ma ultimamente non riconosco più il Paese che mi ha cresciuto”.
Andrea è professore in Messico
In molti hanno lasciato l’Italia senza guardarsi indietro, ma per Andrea Bussoletti di Arcevia nelle Marche, non è stato così. Trasferirsi dall’altra parte del mondo, senza contatti, è stata una decisione durissima ha raccontato. “Ma era quella giusta: arrivare qui è stata la più grande fortuna che potessi avere”. Ora Andrea è professore universitario a Guadalajara, la seconda città più grande del Messico. La moglie Monica, anche lei professoressa nella stessa università, ha finito il dottorato in Italia, si è sposata e poi è partita.
Appena arrivato in Messico Andrea ha cominciato a lavorare come consulente in comunicazione per un’agenzia gestita da amici della moglie. “Sapevo che non sarei potuto entrare subito in università, che qui, come in Italia, ha i suoi tempi”. “Ciò che mi ha colpito da subito è il prestigio che tutti riconoscevano al mio titolo di dottore di ricerca. Era una marcia in più anche al momento di contrattare lo stipendio. In Italia ero abituato ad essere guardato dall’alto in basso, non contavo più le frecciatine, dirette o indirette”. Già dopo un anno di permanenza in Messico Andrea riesce a trovare lavoro presso un ateneo privato, poi è riuscito a passare all’università statale. “All’inizio ero pagato a lezione, poi nell’estate 2016 ho ottenuto il posto da professore associato. Insegno storia contemporanea, teoria della democrazia e scienza politica. L’anno scorso invece sono diventato ricercatore, che qui è una qualifica ulteriore e diversa rispetto a quella di professore. Con il titolo di ricercatore si accede al sistema nazionale di ricerca, un meccanismo di incentivo alla produttività scientifica per cui più – e meglio – pubblichi, più guadagni. Chi si colloca nella fascia più alta di produttività arriva a raddoppiare il proprio stipendio“.
Andrea una volta l’anno torna in Italia, ci porta in vacanza il figlio. E’ un modo per fargli avere contatti con i nonni paterni ma Andrea non è affatto contento di vedere il proprio Paese combinato com’è ora.
Andrea ha paura che l’odio verso lo straniero in Italia un giorno possa colpire suo figlio, ma probabilmente non ha compreso che gli italiani non sono xenofobi ma semplicemente stufi di essere cittadini di serie B. Anche per questo motivo che Andrea è dovuto andare all’estero per trovare un impiego.