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Vivere negli Stati Uniti, Francesco: ‘Ero clandestino, ora sono in regola’

Vivere negli Stati Uniti per molti italiani è ancora un sogno, il novecento ha creato il mito dell’America del Nord e così da più di 100 anni gli italiani continuano a emigrare in questa terra lontana. Cosa ci sarà però di così bello e diverso da lasciare tutto e fuggire senza una prospettiva?

 

Nel terzo millennio cosa significa emigrare negli Stati Uniti ce lo racconta Francesco, un ragazzo che è partito con il visto turistico e poi…c’è rimasto.

Vivere negli Stati Uniti, email di Francesco

“Buonasera a tutti gli italiani emigrati,

Vi scrivo questa mail perché voglio raccontarvi alcune cose della mia esperienza negli States, mi chiamo Francesco e vi scrivo da Los Angeles. Sono partito circa 5 anni fa dall’Italia, da un paesino in provincia di Pisa, direzione New York. Non avevo nessun programma, solo la voglia di vivere il sogno americano…si proprio quello dei film. In tasca aveva appena 1000 euro e un biglietto aereo, sono partito solo (non vi sto a spiegare i motivi). Ho passato i primi due mesi a fare lavoretti manuali (ovviamente in nero), pagato a giornata e dormendo in un ostello insieme ad altre persone. Un giorno un ristorante mi disse che mi avrebbe assunto ma dovevo avere un visto regolare e loro non avevo intenzione di farmelo (costa molto) e così ho lasciato perdere, allo scadere dei 3 mesi dovevo tornate in Italia ma invece sono rimasto. Mi sono mosso, su e giù per il Paese, facendo l’autostop e chiedendo anche l’elemosina. Sono passato per Detroit, San Francisco, San Diego, ho visto il Gran Canyon e poi circa 4 anni fa sono arrivato a Los Angeles. Qui sono stato fortunato, ho incontrato una ragazza americana della quale mi sono innamorato. E’ grazie a lei che oggi ho la Green Card (permesso di residenza permanente), ci siamo sposati dopo appena 8 mesi. Ora sono 3 anni che lavoro per una grande banca, la Citibank. Sono stato clandestino, è vero, ma con tutta la voglia di lavorare e sistemarmi…e grazie a Dio ce l’ho fatta.

 

Un abbraccio a tutti gli italiani nel mondo

 

Francesco P.”

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