La nostra redazione ha ricevuto una email di una ragazza italiana che si è trasferita a Tenerife. Una di quelle persone che raccontano la vita di tutti i giorni e non le favole raccontate dalle TV. Vi lascio alla lettura
Tenerife: un sogno che si spezza
Ero già stata in vacanza a Tenerife, al sud, a inizio 2017.
Ho fatto quasi un mese. Stupita da quanto poco costasse, dal fatto che alle 19.30 c’era ancora la luce, dalle ustioni prese perché figurati, la crema solare in inverno no dai. Ricordo che mangiavamo fuori in due spendendo al max 20 euro, che la birra costava 1 euro, che il residence dove stavamo costava meno di 400 al mese (avuto a prezzo residenziale tramite amici di amici, ma comunque una bella casetta per quel prezzo), mi piaceva vedere che le donne non si mettevano in tiro e si truccavano per andare a buttare la spazzatura, anzi sono molto più easy che da noi e se ne fregano abbastanza dell’apparenza. Sono tornata in Italia, e m’è presa la saudade (cit. https://it.wikipedia.org/wiki/Saudade). Mi mancava il caldo, l’assenza di smog, l’assenza di termosifoni, la gente che ti sorride e ti saluta anche se non ti conosce. Non volevo mai più indossare sciarpa e piumone. La stessa cosa dev’essere venuta al mio ragazzo, perchè nemmeno una settimana dopo mi ha detto “senti, io torno là, con o senza di te”. Ho valutato velocemente un po’ di cose. Avevo un mezzo lavoretto, guadagnavo più che altro su internet. E ho detto “sì, basta col freddo”.
E lì ci sono state le prime avvisaglie che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto. Abbiamo iniziato a mandare email ad agenzie, sia per casa che per un eventuale locale da prendere in gestione. Il buio. Nessuno rispondeva alle email. Quelli che rispondevano invece dicevano che la casa così tanto economica e carina che avevamo visto era già stata presa e proponevano altro molto al di sopra del budget fissato. Stessa cosa per i locali. Ne ricordo uno in particolare che sembrava tutto a posto con soli 6500 euro, avevo annusato la fregatura ma gli ho scritto lo stesso, in risposta quel locale non è mai stato nominato ma me ne hanno proposti altri per soli 80000 (sì, c’è uno zero in più).
Siamo arrivati a Tenerife che io sapevo solo “Buenos dias”, lui qualcosina di più, ma io imparo abbastanza in fretta. Casa carina e a prezzo abbordabile, trovata tramite amici che già erano sul posto che hanno garantito con la padrona di casa. Aveva detto che non serviva cauzione dato che era in buoni rapporti con gli altri, poi dopo averci sentiti parlare in italiano ci ha chiesto un mese in anticipo (ci è andata anche di lusso, ma a saperlo prima prelevavo).
Gli stessi amici italiani ci hanno subito messi in guardia, e ci hanno aiutati con il nie blanco (che costa 10 euro circa e a cui abbiamo dovuto aggiungere solo un pranzo di ringraziamento e la benzina che effettivamente costa meno di un euro a litro). Il mio ragazzo ha dei soldi da parte e ha deciso che avrebbe cercato l’investimento giusto, nel frattempo si lavoricchiava e si studiava lo spagnolo.
Ovviamente il lavoro è stato un’utopia da subito. Io ancora non mi spiego come abbiamo speso così tanto in così poco tempo. I miei risparmi hanno fatto puff in 4 mesi, i suoi sono ancora lì ma credo dimezzati. Comunque guadagno abbastanza da poter sopravvivere e stiamo cercando di vivere solo con quello che guadagniamo senza intaccare ulteriormente i risparmi. Ma a questo torno dopo.
Facciamo nie blanco, empadronamiento, ci informiamo per diventare autonomi e iniziamo a guardarci in giro sul posto per trovare questo benedetto locale, che dall’Italia sembrava di poter comprare casa e attività con 30000 euro, ma non troviamo niente. Non demordiamo.
Un bel giorno, dopo mesi e mesi che viviamo lì, la mia padrona di casa ha la geniale trovata di dirmi che il mese successivo le serve la casa per 3 settimane, ma che se vogliamo dopo possiamo tornarci. Non so se ha pensato che potevamo mettere tutto in macchina e accamparci per tre settimane o cosa, comunque schifati sdegnati e spaventati andiamo da un agente immobiliare canario che conosciamo abbastanza e gli spieghiamo la situazione, a lui come ad altri. Decidiamo di non impuntarci e di trovare un’altra sistemazione. La troviamo, spendendo addirittura meno. Nel frattempo si scassa la macchina e partono altri risparmi. Dopotutto la macchina per dove viviamo ora serve a tutto, per fare la spesa, cercare lavoro etc.
Siamo praticamente nel nulla, in questo momento ad esempio ho finito il tabacco e devo uscire in macchina per andare a comprarlo. Domani dovrò usare la macchina se non voglio farmi spellare viva dal negozietto di generi alimentari sotto casa. Paga la macchina, nel frattempo la banca decide di congelare i conti per accertamenti e ci troviamo a poter prelevare ma non poter versare. Peccato che io in tutta calma e tranquillità ho versato tutto quello che avevo dal conto italiano al conto spagnolo, e i miei soldi sono congelati. Quindi finisco gli spiccioli del conto spagnolo che bastano appena per pagare l’agente immobiliare (e per fortuna) e poi faccio su e giù in macchina (e per fortuna 2) alla banca per sbloccare la situazione, nel frattempo mi resta sempre meno contante e non faccio la spesa perchè il poco che ho lucidamente lo tengo per la benzina, quindi altro colpo di fortuna si risolve la situazione in banca quando in casa praticamente mi sono rimaste solo mele e sto già a pensare che dovrò chiedere soldi in prestito in giro che vegogna.
Tenerife isola dell’eterna primavera è la prima cazzata di cui mi accorgo. Nell’ultimo periodo ho visto solo allerte vento, allerte pioggia, e in generale dove sono io ho dovuto mettere la stufa a legna perchè fa freddo. Niente paragonato a Milano, ma se appunto arrivando da Milano mi sento in dovere di accendere la stufa per non congelare. E comunque anche prima del trasloco ho visto tanta pioggia e ho messo spesso le maglie a manica lunga e la felpa. Anche quando a Milano faceva quel caldo torrido che tutti conosciamo. Quindi forse eterna primavera non è.
La seconda cazzata, ma me ne sono resa conto solo tornando in Italia per qualche giorno, è che mangiare costa molto meno. Mangiare fuori sì, bere fuori anche. Ma riguardando meglio i prezzi dei supermercati, la differenza è minima. I franchising invece mi pare che costino pure di più.
La terza cazzata: anche se non hai i soldi almeno puoi andare al mare. Peccato che se adesso io dovessi spogliarmi nuda vedresti l’abbronzatura da muratore sulle braccia e sulle gambe. Perché al mare ci sono stata due volte quando sono venuta in vacanza. Non ho il tempo. Devo cercare lavoro, poi devo fare la spesa, poi il mare decente è a oltre un’ora. Non mi piacciono gli scogli, voglio la sabbia. E comunque ho fatto il bagno a Ladispoli e mi è piaciuto, ad Anzio mi è piaciuto, in costa Smeralda meraviglioso, pure a Bari non è andata così male, qua se voglio la decenza, e parlo solo di decenza, devo attraversare una serie infinita di tornanti. E si parla di oceano, quindi scordiamoci l’acqua calda. Sono circondata dal mare ma non ci vado mai.
La quarta cazzata, che è quella che mi pesa di più, è che è un posto turistico. Io se fossi venuta in vacanza stando più attenta a dove andavo e a cosa facevo mi sarei resa conto che al più tardi alle 2 di notte ero a casa dopo aver vagabondato con i miei amici nel nulla. Ma non ci avevo fatto caso. Ora mi rendo conto che se voglio vedere vita oltre le 22 devo prendere la macchina e farmi almeno 3 quarti d’ora di strada, sperando che nel frattempo non si sia fatto troppo tardi. Eh sì perché vai a tentoni, se non sono le 22 sono le 23, ma se arrivi alle 22.45 in posti che chiudono alle 23 allora ti sposti ancora e vai dove dovrebbero chiudere alle 2 per scoprire che il locale chiude sì alle 2 ma ci sono il gestore, l’amico del gestore e l’avvinazzato di turno, gli altri sono andati a letto alle 20. E questo, per me che sono tutta vita notturna e bioritmi sballati, è un bel problema.
Perchè anche se adesso trovassi un lavoro, ormai non esco più di casa, totalmente demotivata.
Perchè se non conosci bene una lingua è dura impararla bene. Le cose base le so dire, ma non so esprimere determinati sentimenti ed emozioni, troncandomi via tutta una parte di relazioni sociali. Non saprei spiegare ad uno spagnolo quello che sto scrivendo qui senza perdere “enfasi” nella traduzione. Ciò mi porta a frequentare principalmente italiani, con cui posso aprirmi un po’ di più perchè conosco le parole per farlo. E per frequentare italiani, avere freddo, e non avere una certezza lavorativa sinceramente preferisco stare in italia. Almeno posso fare tardi. E comunicare. E andare a trovare i miei senza spendere la follia, quando voglio. Oggi ho tanta voglia di guardare mia madre in faccia e dirle che le voglio bene ma lo potrò fare il 26 giugno alle 10 del mattino. L’anno scorso avrei potuto chiamarla e dire “ehy, stasera sono lì”. Ti devi programmare le emozioni.
Quindi se hai famiglia con figli piccoli e una rendita sì, vieni. Ma sappi che i tuoi figli si annoieranno a morte da grandi, faticheranno a trovare lavoro e si faranno le canne al parchetto perchè è la cosa più divertente da fare. Io le canne non me le faccio, quindi sto chiusa in casa.
Poi sarò io che sono strana, sono sociale ma introversa, il contrario del mio ragazzo che qui in fondo sta bene, essendo poco sociale ma estroverso.
Tornare in Italia? Mi piacerebbe, se arrivasse qualcuno a dirmi “ti ho fatto il biglietto” partirei pure se la valigia non è pronta e sono in ciabatte. Problema: dovrei dire di no. Ho finito i soldi. Quello che guadagno è più che sufficiente per vivere, ma non per pagare una cauzione e mantenermi mentre su suolo italico cerco di nuovo un lavoro (perché se resto senza internet non posso lavorare e quindi perdo pure il lavoro che ho). Sono depressa e in gabbia. E ci pensa che il problema sia solo uscire la sera, anche se mi pesa molto, non capisce che è tanto di più. Mi vedo senza scelte, a tirare a campare in un posto che non sento mio lontana dagli affetti e vedendo intorno solo palme e banane. Probabilmente facendo anche un lavoro che non mi piace, quando mi si scasserà il pc. Se ne trovo uno.