Aprire un conto corrente all’estero è un pensiero di molti italiani, specialmente in seguito all’acuirsi della crisi e alla maggiore attività in Italia di agenzie di riscossione, pubbliche e private. Il conto corrente all’estero però in Italia va denunciato, ovvero va dichiarata la sua esistenza.
Conto corrente all’estero
Il trasferimento di somme di danaro su tale conto estero è un atto perfettamente legale purché, chiaramente, le somme trasferite devono essere di provenienza lecita ab origine, vengano versate tramite canale bancario, od in contanti entro il limite concesso per l’esportazione di valuta. Ogni operazione di trasferimento di somme viene infatti monitorata per reprimere sia casi di evasione fiscale, che di terrorismo, che di criminalità, organizzata o meno.
Da ricordare che il conto corrente estero, quanto alle tasse, subirà l’imposta denominata IVAFE. Infatti le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio, devono versare un’imposta sul loro valore: l’Ivafe. L’oggetto del tributo è stato determinato in questo modo dalla
legge europea 2013-bis (legge del 30 ottobre 2014 n. 161), in vigore dal 25 novembre 2014. L’imposta è pari al 2 per mille, ed a questa si assomma la normale tassazione delle plusvalenze realizzate. Il tutto come in Italia, quindi. Non sono infatti motivazioni di carattere fiscale che possano fare propendere per l’apertura di un conto corrente all’estero, ma altre, fra cui quelle già indicate in questo articolo. Infatti per il conto corrente estero non dichiarato sono previste importanti sanzioni. In definitiva è possibile affermare come l’apertura di un conto corrente all’estero, così come aprire un conto all’estero senza residenza, è un’attività che molte volte è realmente redditizia in
tema di minori spese, miglior gestione, maggiore sicurezza sugli investimenti e maggior riservatezza nei confronti dei privati, il tutto purché si sia accompagnati da un professionista che sia in grado di gestire nella massima correttezza legale e fiscale tali operazioni di apertura di un conto corrente estero.
Prendere una carta prepagata
Un escamotage legale per non pagare le imposte su un conto corrente è aprire una carta prepagata all’estero che preveda un IBAN. Tra l’altro questa procedura è già largamente utilizzata in Italia, grazie alle varie Postepay Evolution etc. etc.
Ne esistono tantissime, in Europa specialmente. Basta cercare su Google la parola chiave “prepaid card visa” o “prepaid card mastercard” e otterrete tantissimi risultati. Per utilizzare la carta come un conto accertatevi che abbia l’IBAN e che i metodi di ricarica siano senza spese.
Ad esempio Viabuy è una carta prepagata tedesca, la ordinate su internet e vi arriverà a casa.