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Vivere in Australia: Fabrizio ci spiega come andare a vivere nella terra dei canguri

Vivere in Australia: se hai in mente di partire per l’Australia, è probabile che tu ti stia chiedendo quali sono i vantaggi del vivere là e quali sono invece gli aspetti che probabilmente ti andranno meno a genio. Invece di elencarli uno ad uno ho deciso di intervistare un ragazzo romano che 3 anni fa è emigrato in Australia con tanti sogni. Lascio a lui la parola…

VIVERE IN AUSTRALIA: INTERVISTA A FABRIZIO

1) Ciao Fabrizio, grazie per aver accettato l’intervista, raccontaci un po’ di te e da dove vieni..

Ciao Riccardo, innanzitutto grazie per la possibilità di far conoscere la mia storia a tutti coloro che vogliono fare un’esperienza di vita in Australia o che sono semplicemente desiderosi di avere piu’ informazioni. Sono andato via dall’Italia nel dicembre del 2013, esattamente il giorno di Natale, il che – da un certo punto di vista – rende il tutto molto malinconico. Sono nato e cresciuto a Roma, una città che nell’ultimo decennio ho visto deturpare da gestioni scellerate e da un senso di rassegnazione che e’ palpabile soprattutto tra i giovani della mia generazione. Ora ho 32 anni, sono a Melbourne da più di 3 anni e sento di aver fatto la scelta migliore per il mio futuro. Ma non e’ stato affatto semplice.

2) So che in Italia eri un giornalista regolarmente iscritto all’albo, cos’è successo e perché hai deciso di cambiare settore?
Si, e’ vero. Fin da piccolo sognavo di fare il giornalista, per questo ho scelto di studiare marketing e comunicazione all’università. Mi sono laureato col massimo dei voti e ho trascorso diversi anni della mia vita a “lavorare” nel settore della comunicazione. Uso le virgolette perché il giornalismo in Italia e’ uno di quei campi in cui molto spesso ti ritrovi a spendere anni della tua vita in collaborazioni, stage e tirocini di natura totalmente gratuita. Per anni ho collaborato con uffici stampa, riviste, giornali di vario genere. Ho persino fondato e diretto un sito di informazione per cui scrivevano ragazzi desiderosi di intraprendere la carriera giornalistica. Una fucina di giovani talenti che pero’, come spesso accade, si e’ dovuta arrendere alle logiche del mercato non avendo fondi, ne’ grossi gruppi editoriali alle spalle. Ho sofferto molto quando ho realizzato che avrei dovuto rinunciare al sogno di una carriera nel mondo del giornalismo, ma sono fiero di come ho reagito, specialmente per il fatto di aver avuto il coraggio di rimettermi in discussione professionalmente e di aver accettato di “appendere la penna al chiodo”, almeno momentaneamente, andando ad imparare un mestiere che avrebbe potuto ripagarmi di tutti i sacrifici fatti una volta uscito dall’Italia.

3) Cosa hai fatto a quel punto?
Non ti nego di aver passato momenti difficili. Ci e’ voluta molta umiltà per accettare di ripartire da zero, nonostante un background accademico e professionale di un certo livello. Ma sentivo che era arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita, cosi decisi di rimboccarmi di nuovo le maniche e di imparare il mestiere di pizzaiolo, considerate le tante voci che mi arrivavano dall’estero circa una domanda davvero importante di pizzaioli in qualunque parte del mondo. Imparai in fretta, aiutato anche dal fatto di poter lavorare fianco a fianco con professionisti esemplari in una delle migliori 10 pizzerie in Italia. Cosi, quando mi sono sentito pronto, ho fatto i bagagli e sono partito per l’Australia con l’intenzione utilizzare le esperienze lavorative acquisite nella ristorazione per cercare di sistemarmi stabilmente a Melbourne, pagarmi gli studi e riuscire a trovare un lavoro che mi riportasse, in qualche modo, verso la strada professionale abbandonata anni prima.

3) E ci sei riuscito? Ora di cosa ti occupi?
Direi di si. La strada e’ ancora lunga, ma dopo anni sono riuscito a trovare un lavoro d’ufficio in un settore molto affine ai miei studi. Mi occupo di marketing e comunicazione per Let’s Go Study Australia, un’agenzia che si occupa di fornire consulenza gratuita e assistenza nella scelta di corsi scolastici per coloro che vogliono vivere un’esperienza lavorativa o intraprendere un percorso d’istruzione in Australia. Sento che la parte piu’ difficile del mio percorso e’ ormai alle spalle ed e’ molto bello avere un lavoro che ti permetta di aiutare i tuoi connazionali a fare un percorso che possa in qualche modo portarli ad una svolta nelle proprie vite. Ci sono voluti anni e una determinazione ferrea. Sono ancora molto grato al lavoro di pizzaiolo, seppure non sia mai stata una vocazione per me. Ho sempre considerato quella tappa della mia vita come uno step intermedio necessario per arrivare laddove volevo arrivare.

4) So che oltre all’Australia hai vissuto una breve esperienza in Nuova Zelanda, quali sono le principali differenze tra i due Paesi ?
In realtà la mia esperienza neozelandese si e’ limitata a pochi giorni spesi ad Auckland durante un periodo di transizione del mio visto australiano, quindi non conosco la realtà in maniera cosi approfondita. So che le paghe sono mediamente più basse rispetto all’Australia ed Auckland, personalmente, non mi ha fatto una grandissima impressione come città. Ma forse in quello ha influito anche il fatto di essere abituato a vivere a Melbourne, che non a caso e’ stata premiata come città più vivibile al mondo per ben 5 anni consecutivi. Il paragone, a mio avviso, non regge.

5) Come funziona la sanità in Australia ? E’ privata o pubblica ?
La Sanità e’ uno di quei temi che, in qualunque parte del mondo tu sia, ti fa sentire nostalgia dell’Italia. Credo che abbiamo il sistema sanitario piu’ etico al mondo, seppure sia afflitto da numerosi problemi. Rassicura sapere che in Italia chiunque ha diritto ad essere curato, che tu sia italiano o straniero, residente o meno, ricco o povero. In Australia purtroppo la sanita’ pubblica si limita a dei servizi ridotti davvero all’osso e per cui comunque serve avere un’assicurazione chiamata Medicare. Fortunatamente l’italia ha un accordo con l’Australia per cui si ha diritto a 6 mesi di copertura Medicare ogni volta che si mette piede sul suolo australiano. Ma la copertura sanitaria garantita dalla Medicare e’ comunque limitata e, a meno di avere un’assicurazione privata con una copertura molto estesa, molti esami devi pagarteli di tasca tua.

6) Quali sono le prospettive di lavoro che può ancora offrire l’Australia a seguito della nuova riforma sui Visti ?
Il giro di vite sul programma 457 avvenuto il 18 aprile segnerà profondamente il prossimo futuro dell’immigrazione in Australia. Le possibilità lavorative restano invariate: chiunque venga dall’Italia con in mano un mestiere continuerà a trovare lavoro abbastanza facilmente, specialmente nei settori della ristorazione e delle constructions. Ciò che cambia e’ il tipo di percorso da attuare per rimanere qua in pianta stabile, viste le recenti modifiche apportate alla Skilled Occupation List, ossia quella lista di professioni con le quali si ha un accesso a dei percorsi verso la residenza permanente. Con le recenti misure prese dal Governo, se si vuole ambire a una residenza permanente diventerà indispensabile avere esperienza lavorativa in una professione che rientra nella nuova MLTSSL (la nuova lista skilled) o un titolo di studio ottenuto in Australia che ti dia modo di fare domanda per dei visti di medio-lungo termine. Al momento i corsi non universitari che possono garantire un percorso verso una professione che rientra nella nuova MLTSSL non sono moltissimi. Diventa indispensabile, dunque, la consulenza di un’agenzia come Let’s Go Study Australia.

7) Quali sono gli aspetti positivi e negativi di vivere in Australia in confronto all’Italia ?
Gli aspetti positivi riguardano sicuramente il lifestyle. In Australia chiunque può avere un tenore di vita dignitoso. Seppure il costo della vita sia mediamente più caro che in Italia, il rapporto tra questo e gli stipendi medi se’ notevolmente a favore dell’Australia. Il risultato e’ che pur svolgendo un lavoro normalissimo ci si può togliere qualche sfizio, andare a cena fuori molto spesso, pagarsi un affitto. Insomma, cose che in Italia con uno stipendio medio non potresti fare agevolmente. Il lato negativo e’ sicuramente la difficoltà linguistica che coloro che non parlano bene l’inglese possono incontrare (specialmente considerando l’accento australiano) e anche una impossibilita’ di salire la scala sociale e professionale in assenza di un visto di natura permanente. Molti professionisti italiani potrebbero fare domanda per ottimi lavori, considerate le loro abilita’, ma sfortunatamente il possesso di visti temporanei preclude loro questa possibilità in molti casi.

8) Cosa ti manca dell’Italia ?
Non molto, a dire il vero. Non sono un nostalgico. Qui si vive oggettivamente meglio e si ha un senso di appagamento maggiore relativamente alla propria vita. L’unica mancanza vera sono gli affetti, vista la difficoltà di costruirsi dei rapporti duraturi downunder. Sfortunatamente sono pochi coloro che riescono a rimanere qui in pianta stabile. Si dice addio troppo spesso ad amici conosciuti qui e diventa difficile coltivare delle relazioni durature, considerando che molti sono qui solo di passaggio.

Grazie Fabrizio, ti auguro buona fortuna e di continuare a vivere in Australia nonostante tutto. A presto !

Grazie a te, Riccardo. Se qualcuno volesse avere informazioni maggiori può scrivermi tranquillamente all’email [email protected]

Un saluto a tutti gli italiani all’estero!

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